Diritto del lavoro e legislazione sociale
06 Luglio 2024
Sono sempre più numerosi i CCNL che prevedono premialità o una-tantum a favore dei dipendenti con strumenti di welfare o flexible benefits.
Negli ultimi mesi c’è stata una vera e propria corsa al rinnovo di tanti CCNL con le parti sociali e datoriali che hanno sottoscritto rapide intese su contratti giacenti da tempo e hanno accelerato sugli altri, in alcuni casi anticipandone perfino la scadenza naturale. I datori di lavoro di vari settori economici si sono trovati ad affrontare aumenti in busta paga non indifferenti, suddivisi in tranches non più eque ma con le maggiori erogazioni proprio in questo periodo per consentire ai dipendenti di far fronte ad un caro vita decisamente più gravoso.
E per migliorare ancora di più il netto in busta il datore di lavoro ha potuto scegliere se concedere alcuni istituti contrattuali economici con benefits in natura che come noto (mi riferisco all’art. 51 c. 3 del Tuir) nel 2024 sono esentasse fino a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico e fino a 1.000 euro per tutti gli altri.
È il caso, ad esempio, del CCNL Studi professionali che ha fissato l’una-tantum di 400 euro (in due tranches il 1.05.2024 e 2025) e ha espressamente previsto che possa essere corrisposta con strumenti di welfare previsti dalla normativa vigente (il rimando è all’art. 51 cc. 1 e 3 del Tuir). In questo modo il dipendente beneficia del medesimo importo netto e il datore di lavoro sostiene un analogo costo, non gravato da contributi. Uguali motivazioni hanno spinto nella stessa direzione alcuni dei CCNL più comuni adottati dalle aziende.
Quello diffusissimo dell’Industria Metalmeccanica già dal 2021 prevede l’obbligo di corrispondere ai dipendenti a tempo indeterminato e a tempo determinato con almeno 3 mesi di anzianità 200 euro in flexible benefits a decorrere dalla busta paga di giugno di ogni anno. Per analogia di settore, la stessa cosa è stata recepita dall’anno successivo anche dal CCNL Metalmeccanica Piccola Industria e, a condizioni similari, anche il contratto Orafi e argentieri che obbliga il datore di lavoro a mettere a disposizione un valore di 200 euro entro giugno.
Segue il CCNL Centri elaborazioni dati che dal 2022 ha previsto benefits a valore crescente, fissati in 150 euro per il 2024 da erogare entro il mese di settembre di ciascun anno. Il contratto Pulizia e multiservizi, che ha introdotto il welfare in via sperimentale, impone alle aziende di mettere a disposizione al primo luglio di ogni anno dei lavoratori non in prova strumenti per un importo annuo di 250 euro da utilizzare entro il 30.06 dell’anno successivo. Il CCNL dei Revisori legali e tributaristi all’art. 180 prevede un vero e proprio progetto di welfare on top di durata triennale, riconoscendone l’importanza la convenienza per i lavoratori. Il CCNL Industria chimica e farmaceutica impone invece un welfare previdenziale, incrementando i versamenti di Fondi di settore a maggiore copertura dei dipendenti aderenti.
Sempre da più parti si riconosce l’indubbio sistema win-win dei benefits in natura al posto di cash, tanto che anche i numerosi settori artigiani e quello del Commercio, non avendola recepita a livello nazionale, delegano la gestione delle politiche di welfare alla contrattazione territoriale che potrà meglio calarsi nel contesto economico di zona.
Incuriosisce invece il CCNL Agenzie di assicurazioni che anche quest’anno detta le condizioni dello storico premio di produttività ma si precisa che il premio, qualora dovuto, non potrà essere sostituito da fringe benefits e strumenti di welfare aziendale. Come dire…l’eccezione che conferma la regola!