Diritto del lavoro e legislazione sociale
12 Dicembre 2024
La legge Comunitaria 2024 interviene per sanare la procedura di infrazione n. 2014/4231 avviata dalla Commissione europea con lettera di costituzione in mora inviata alle autorità italiane nel luglio 2019.
L’Unione Europea ha ritenuto che l’Italia non abbia recepito correttamente la direttiva 1999/70/CE del Consiglio, che vieta la discriminazione dei lavoratori a tempo determinato e obbliga gli Stati membri a disporre di misure atte a prevenire e sanzionare l’utilizzo abusivo di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato.
Secondo la Commissione europea, la normativa italiana e non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per i lavoratori del settore privato e di quello pubblico. Il D.L. 16.09.2024, n. 131 convertito con modifiche in L.166/2024, interviene sia sull’art. 28 D.Lgs. 81/2015 per il rapporto di lavoro del settore privato, sia sull’art. 36 D.Lgs. 165/2001 per il pubblico impiego.
L’art. 28, nel testo precedente, in caso di trasformazione del contratto da tempo determinato in uno a tempo indeterminato abusando della normativa sui contratti a termine, comminava la condanna del datore di lavoro al risarcimento del danno a favore del lavoratore, stabilita dal Giudice in un’indennità onnicomprensiva nella misura compresa tra un minimo di 2,5 e un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto.