Altre imposte indirette e altri tributi
16 Novembre 2022
Le modifiche dell’Unione Europea con il Regolamento UE 2022/1998 sulla tariffa doganale.
Come noto, la tariffa doganale è una vera e propria bussola fornita all’operatore economico che ha rapporti con l’estero, non già soltanto per l’espletamento delle formalità doganali, compresa l’applicazione di dazi e aliquota Iva, ma anche per altre misure alternative ai dazi (scelte di politica commerciale e divieti economici) e per l’applicazione delle accise. Infatti, la corretta identificazione della tariffa doganale è elemento essenziale per lo svolgimento dell’attività imprenditoriale e per l’attività di controllo delle autorità doganali.
Peraltro, la corretta determinazione del codice di riferimento permetterà di comprendere quale politica commerciale adottare con la controparte estera per la suddivisione del carico fiscale dell’operazione o per la corretta suddivisione degli oneri commerciali.
Che tale momento sia focale, e anzi preponderante nell’attività economica, si ricava dal fatto che circa la metà delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in materia doganale riguarda proprio la corretta classificazione tariffaria dei prodotti: del resto, questo stesso elemento permette di comprendere quanto sia difficile in alcuni casi questa qualificazione.
Ogni prodotto commerciale deve dirsi ricompreso nella tariffa doganale, in quanto sin dal 1983 (Convenzione di Bruxelles del Consiglio di Cooperazione Doganale) le amministrazioni della quasi totalità dei Paesi al mondo collaborano per la definizione di una tariffa internazionale (alla quale ha aderito anche la Comunità Europea nel 7.04.1987) fino al raggiungimento di un sistema armonizzato (SA) che permetta la designazione delle merci e i corrispondenti numeri di codice.
Appare, quindi, opportuno un breve richiamo alla modalità di lettura del codice di 6 cifre in cui:
Tale meccanismo, con chiara vocazione armonizzante, permette di superare i limiti della lingua, consentendo nel tempo un aumento sempre maggiore delle procedure informatiche tra Amministrazioni doganali: la lettura del codice SA è quella fondamentale per l’attribuzione dell’origine delle merci.
La Nomenclatura Combinata, invece, ha natura unionale (per fini statistici e per lo scambio di dati interni all’Unione) ed è un codice di 8 cifre, le cui prime 6, appunto, sono quelle della tariffa doganale, mentre la settima e l’ottava cifra identificano le sottovoci NC, con rilevanza per l’export e l’Intrastat.
Infine, la TARIC, avente anch’essa natura unionale, è un codice di 10 cifre, le cui ultime 2 servono appunto per le operazioni di import.
Si raccomanda quindi a ogni impresa che intende operare con l’estero, sia in importazione che in esportazione, di approfondire il codice doganale relativo ai propri prodotti, con specifico riferimento alle modifiche oggi apportate e in vigore per l’anno prossimo.