Amministrazione e bilancio

28 Novembre 2024

Scompare l’analisi di doppia materialità dallo standard VSME

A pochi mesi dalla sua prima pubblicazione, lo standard ESRS volontario per le PMI ha già subito una profonda rivisitazione: vediamo le novità e perché (e come) non rinunciare all’analisi di doppia materialità, non più obbligatoria.

Lo scorso 22.10.2024, il gruppo di esperti tecnici sul reporting di sostenibilità SR TEG (Sustainability Reporting Technical Expert Group) designato da EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) ha approvato la nuova versione dello standard ESRS volontario per le PMI (VSME standard).

La nuova versione, rivista a seguito di consultazione pubblica, presenta le seguenti novità:

1. la previsione di due soli moduli di rendicontazione, il “basic” e il “comprehensive”;

2. la completa e incondizionata eliminazione dell’analisi di doppia materialità (double materiality assessment, DMA).

La DMA resta comunque un’attività irrinunciabile per lo sviluppo di una strategia di sviluppo sostenibile (che andrà poi rendicontato) e, nel corso dell’articolo, andremo a spiegare i motivi di tale irrinunciabilità e come poter effettuare una DMA, comunque significativa, in un modo semplificato.

Partiamo da una prima considerazione; grazie alla DMA, le imprese:

– identificano gli impatti sociali e ambientali delle loro attività;

– comprendono come le questioni di sostenibilità possano influire sulla loro salute finanziaria;

– definiscono un elenco di questioni di sostenibilità rilevanti su cui dover intervenire perché aventi un impatto negativo/positivo sulla sostenibilità (materialità d’impatto) e/o presentanti rischi/opportunità finanziari (materialità finanziaria).

Ancor più specificamente, la DMA è fondamentale per le imprese, indipendentemente dalle dimensioni, sostanzialmente per 3 motivi:

1. aiuta a comprendere gli impatti della sostenibilità. La DMA infatti riveste una grande valenza educativa e formativa; sviluppa una visione d’insieme, olistica e integrata, dei principali impatti sociali, ambientali ed economici delle attività d’impresa; individua i rischi finanziari rilevanti da considerare e, parimenti, le opportunità da poter cogliere; permette alle imprese di concentrare efficacemente i propri sforzi, consentendo loro di creare una strategia di sostenibilità mirata e implementare conseguentemente azioni idonee; rende il reporting significativo;

2. può essere fatta in modo semplificato. Una DMA non deve essere necessariamente molto complessa. Pur non essendo un’attività banale, può essere svolta in modo semplificato e time-saving; si potrebbe, ad esempio, ridurre il numero di temi materiali trattati (magari coprendo questioni generali come il cambiamento climatico, l’inquinamento, la biodiversità, i diritti dei lavoratori e la condotta aziendale) ed estenderne successivamente il numero;

3. identifica i rischi finanziari e scopre nuove opportunità. Infine, una DMA svela i rischi finanziari e le opportunità legate agli impatti negativi di un’azienda.

Esemplificando, la DMA potrebbe rivelare la scarsità di un fattore produttivo il cui approvvigionamento futuro potrebbe divenire (troppo) costoso per l’impresa (e quindi tale da suggerire l’immediata ricerca di alternative) da procurare in futuro, oppure una pericolosa dipendenza da un unico fornitore di componenti particolari, fondamentali per il buon andamento dei processi produttivi, problema da risolvere quanto prima.

Identificando rischi come questi, le PMI possono prevenire, agendo anticipatamente anziché reagendo quand’è ormai troppo tardi.

Prevenire è meglio che curare: regola di risk management, regola di sostenibilità.

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