Agricoltura ed economia verde
15 Gennaio 2024
Nella legge di Bilancio 2024 non è prevista l’estensione dell’esonero Irpef per coltivatori diretti e IAP, in essere dal periodo d’imposta 2017, che torneranno a versare le imposte sul reddito catastale dei terreni condotti.
A partire dal periodo d’imposta 2024 per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP) i redditi fondiari derivanti dal reddito agrario e dal reddito dominicale dei terreni condotti torneranno a concorrere alla determinazione della base imponibile.
Tale situazione, che dovrebbe essere quella “normale” in realtà, non era più tale dal periodo d’imposta 2017. L’art. 1, c. 44 L. 11.12.2016, n. 232 (legge di Bilancio per il 2017) aveva previsto che: “per gli anni 2017, 2018 e 2019, i redditi dominicali e agrari non concorrono alla formazione della base imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, iscritti nella previdenza agricola”. Le leggi di Bilancio successive a quella per il 2019 avevano poi di anno in anno esteso l’esonero fino al periodo d’imposta 2023 compreso.
L’agevolazione interessava, come indicato nella norma, coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali di cui al D.Lgs. 99/2004 iscritti nella previdenza agricola. L’Agenzia delle Entrate, con la circolare 7.04.2017, n. 8, ha precisato come l’agevolazione spettasse altresì ai soci di società semplici agricole, sempre se in possesso della qualifica di coltivatore diretto o IAP e sempre se iscritti nella previdenza agricola, in quanto il reddito attribuito per trasparenza è sempre un reddito fondiario. Lo stesso documento di prassi evidenziò invece come non spettasse ai soci delle società in nome collettivo e delle società in accomandita semplice che hanno optato per la determinazione del reddito su base catastale, in quanto il reddito che viene da loro attribuito mantiene la natura di reddito d’impresa.
Pertanto, per il periodo d’imposta 2023 e quindi per le dichiarazioni che si andranno a compilare in primavera, sarà ancora necessario barrare l’apposita casella del quadro A del modello Redditi per poter fare sì che i redditi dominicali ed agrari, comunque indicati, non concorrino alla determinazione della base imponibile; tale possibilità non sarà più prevista nelle dichiarazioni dei redditi per il 2024. Allo stesso modo cambieranno anche, per il periodo d’imposta 2024, i prospetti di riparto delle società semplici agricole dove veniva indicata la quota di reddito catastale, quella imponibile e quella non imponibile considerato che la società semplice può avere soci non coltivatori diretti o IAP che dichiaravano il reddito fondiario e soci coltivatori diretti o IAP che invece erano esonerati.
In conclusione, considerato che l’esonero in commento fu introdotto nel 2017 al fine di “sostenere, in un periodo di notevole crisi, gli operatori del settore agricolo, con specifico riferimento ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola” e prorogata per i medesimi motivi, non si comprende come per il periodo d’imposta 2024 tali motivazioni possano essere venute meno considerato che il settore non ha certo registrato un notevole incremento della redditività. Allo stesso tempo si può tranquillamente sostenere che, seppur gradita perché sempre di agevolazione si tratta, non è certo con tale esonero che si è incrementato in modo significativo il reddito degli addetti al lavoro del settore primario, che in alcune situazioni, a seguito di tale esonero, sono anche stati accusati di non contribuire alle casse dello Stato.