Amministrazione e bilancio
12 Dicembre 2024
La Corte di Cassazione ha stabilito che la rinuncia a un credito da parte di una società partecipata non è una perdita su crediti. Essa costituirebbe, in virtù del rapporto di cointeressenza, un incremento del costo della partecipazione.
La Corte di Cassazione ha stabilito che la rinuncia a un credito da parte di una società partecipata non deve essere considerata una perdita su crediti ai fini fiscali, ma un incremento del costo fiscalmente riconosciuto della partecipazione. L’ordinanza della Cassazione 2.12.2024, n. 30812 ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando una decisione precedente. La rinuncia al credito, se operata in conto capitale, esprime la volontà di patrimonializzare la società e non può essere equiparata alla remissione del debito da parte di un soggetto estraneo alla compagine sociale.
La pronuncia è la fotocopia della precedente ordinanza della Cassazione 21.02.2023, n. 5422 relativa alla medesima contestazione. L’ordinanza del 2023 offre ulteriori elementi.
In particolare, la vicenda trae origine da un accordo transattivo relativo a una causa intercorsa tra due società che, nel frattempo, per effetto di complesse vicende societarie, si erano trovate legate da un rapporto di controllo al momento della sottoscrizione della transazione.