Amministrazione e bilancio

09 Dicembre 2024

Relazione sulla gestione XBRL per accogliere la rendicontazione ESG?

La CSRD prevede che la rendicontazione di sostenibilità, quale parte integrante della relazione sulla gestione al bilancio d’esercizio, dovrà essere redatte in XHTML sotto forma di pagina web navigabile con marcatura XBRL.

La rendicontazione aziendale sta vivendo una profonda trasformazione con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), recepita in Italia con il D.Lgs. 125/2024. Questa nuova direttiva europea, che sostituisce la precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD), porta con sé cambiamenti significativi per le imprese italiane, in particolare per quanto riguarda la modalità di redazione e presentazione della relazione sulla gestione al bilancio d’esercizio e la comunicazione delle informazioni di sostenibilità ESG.

Il decreto stabilisce infatti che la rendicontazione di sostenibilità deve essere inclusa in un’apposita sezione della relazione sulla gestione, creando così un documento unico e integrato che racchiude sia le informazioni finanziarie tradizionali sia quelle relative alla sostenibilità. Questa integrazione non è solo formale ma sostanziale, poiché mira a consolidare il collegamento tra informazioni di sostenibilità e informazioni finanziarie, rendendo necessaria una standardizzazione del formato di presentazione.

La CSRD prevede espressamente che la rendicontazione di sostenibilità e, conseguentemente, l’intera relazione sulla gestione che l’accoglie, dovranno essere redatte in Formato Elettronico Unico Europeo (XHTML), sotto forma di pagina web navigabile con marcatura XBRL. Questa scelta tecnologica non è casuale, ma risponde all’esigenza di potenziare la fruibilità delle informazioni e prepararsi alla futura connessione con il Punto di Accesso Unico Europeo (ESAP).

L’adozione del formato XBRL rappresenta un’evoluzione logica e naturale, considerando che questo linguaggio è già ampiamente utilizzato per la nota integrativa e garantisce una maggiore standardizzazione e comparabilità delle informazioni. Il formato XBRL offre infatti vantaggi significativi in termini di elaborazione automatica dei dati, riduzione degli errori di trascrizione e facilitazione dell’analisi comparativa.

La scelta di abbandonare il formato PDF in favore dell’XBRL apparrebbe quindi non solo logica, ma necessaria per garantire l’uniformità del documento e la piena integrazione tra informazioni finanziarie e di sostenibilità. Questa evoluzione tecnologica permetterebbe inoltre di soddisfare le esigenze di digitalizzazione e standardizzazione richieste dalla normativa europea, facilitando al contempo anche l’attività di verifica da parte dei revisori della sostenibilità.

È importante sottolineare che, mentre la sezione dedicata alla sostenibilità avrà requisiti più stringenti in termini di formato e contenuto, la relazione sulla gestione nel suo complesso dovrebbe mantenere una certa flessibilità nelle altre sezioni.

Sebbene l’interpretazione proposta in questo contributo derivi da un’attenta analisi del quadro normativo, si resta in attesa di chiarimenti ufficiali che possano confermare le conclusioni raggiunte. Nondimeno, l’architettura normativa delineata dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) lascia ragionevolmente presupporre che le società soggette agli obblighi di rendicontazione non finanziaria dovranno abbandonare il tradizionale formato documentale per abbracciare la digitalizzazione della relazione sulla gestione, ivi inclusa la sezione dedicata alla sostenibilità, mediante l’adozione del formato elettronico XHTML corredato dalla marcatura XBRL, estendendo così l’approccio già consolidato per la nota integrativa.

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