Imposte dirette
30 Novembre 2024
Senza entrare nel merito della tempestività della proroga, sulla logica della stessa ci sarebbe da riflettere. Non poco.
Con la consueta tecnica del comunicato stampa a ridosso della scadenza, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (27.11.2024, ore 18:10) ha informato i contribuenti (e chi ha la ventura di assisterli) che, in sede di conversione del D.L. 155/2024, il Parlamento ha approvato un emendamento che prevede la proroga al 16.01.2025 del termine per il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi (scadente il 2.12.2024), per i titolari di partita Iva che nell’anno precedente hanno dichiarato ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170.000 euro. Tale proroga, che non riguarda il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi Inail, prevede il versamento in unica soluzione oppure in 5 rate mensili di pari importo, da gennaio a maggio 2025.
Ciò premesso, anche ipotizzando che la scelta del limite di ricavi sia finalizzata ad agevolare le imprese e i professionisti di minori dimensioni (escluse, comunque e inopinatamente, le società), si supponga il caso di un contribuente con 170.000 euro di ricavi e che abbia costi bassissimi quale, ad esempio, un consulente/formatore, senza dipendenti e i cui unici oneri siano le utenze e i costi software e hardware, per complessivi 20.000 euro annui: considerando che l’imponibile fiscale, in assenza di detrazioni o deduzioni, ammonta a 150.000 euro, non dovrebbero esservi particolari difficoltà per pagare saldi e acconti d’imposta, a meno di un’incauta gestione della liquidità.