Accertamento, riscossione e contenzioso
04 Luglio 2024
La Suprema Corte pubblica un’ulteriore sentenza che mette al palo le presunzioni di natura giurisprudenziale.
La Corte di Cassazione, sez. V, con la sentenza 14.06.2024, n. 16629, offre lo spunto per ribadire la rigorosa disciplina sull’utilizzo delle presunzioni di natura giurisprudenziale nell’accertamento tributario.
Recentemente, con la riforma del processo tributario, il nuovo comma 5-bis dell’art. 7 D.Lgs. 546/1992 prevede che l’Amministrazione Finanziaria debba provare in giudizio le violazioni contestate con l’atto impugnato. Il giudice deve fondare la propria decisione sulle prove che emergono nel corso del giudizio e deve annullare l’atto impositivo se manca la prova della sua fondatezza o se è contraddittoria e, in ogni caso, insufficiente a dimostrare in modo circostanziato e puntuale le ragioni oggettive su cui si fonda la pretesa impositiva.
L’introduzione di questa norma lascia ipotizzare che tutti gli accertamenti fondati, in tutto o in parte, su elementi presuntivi non possano automaticamente determinare l’inversione della prova a carico del contribuente.