Diritto del lavoro e legislazione sociale

15 Novembre 2024

Politiche migratorie tra nuovi flussi e vecchie promesse

Il recente decreto n. 145/2024 rivela le contraddizioni in cui si agita il governo in materia di immigrazione.

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’11.10.2024, è stato pubblicato il D.L. 145/2024 che introduce urgenti disposizioni in materia di ingresso di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestioni dei flussi migratori e di protezione internazionale.

Dette disposizioni contengono, tra le altre, 2 novità di particolare rilievo: 1) una riguarda le modalità di richiesta per l’ingresso di lavoratori stranieri; 2) l’altra concerne la possibilità di assumere personale da impiegare nel settore dell’assistenza a persone anziane e disabili.

Quanto alla prima, nel 2025 sono previsti più click-day distinti per settore economico e tipologia di lavoratori (5.02, 7.02, 12.02 e 1.10). Essi saranno preceduti dalla compilazione preventiva dei moduli di domanda predisposti dal Ministero degli Interni sull’apposito portale, il cui scopo è quello di dare tempo agli Sportelli Unici per l’Immigrazione ed alle altre autorità preposte, di effettuare le necessarie verifiche e richiedere eventuali integrazioni.

È importante far notare come per la prima volta, vengano esclusi dai flussi e dai click-day le conversioni da lavoro stagionale a lavoro subordinato e ciò potrebbe portare ad una crescita notevole di questa modalità che potrà essere attivata per tutto l’anno senza la “spada di Damocle” delle quote massime. Inoltre, nelle more della procedura gli stagionali non saranno più costretti a tornare al proprio Paese ed attendere l’esito della conversione (tale evenienza, in realtà non si è quasi mai verificata, con la conseguenza che gli interessati divenivano irregolari oppure erano costretti a chiedere altre forme di tutela come la protezione internazionale, con tempi lunghi ed esiti incerti).

Riguardo, invece, al secondo aspetto, il D.L. 145/2024 prevede nel 2025 il rilascio di ulteriori 10.000 ingressi per il personale da adibire al sostegno di persone con disabilità o “over 80”. È da rimarcare come il suddetto surplus vada ad aggiungersi alla già ragguardevole cifra di 452.000 quote stabilita nel decreto Flussi triennale 2023-2025.

Le novità normative appena descritte rivelano le contraddizioni entro cui si dimena l’attuale governo in materia di immigrazione.

Se da un lato, infatti, esso è costretto a inalberare la bandiera del sovranismo e della difesa dei confini contro l’“invasione” straniera, dall’altro deve fare i conti con le pressanti esigenze del sistema sociale, economico e produttivo. Dette esigenze possono essere così riassunte:

a) sul piano previdenziale, nel suo rapporto del 2024 l’Inps ha rappresentato la necessità di allargare la base contributiva per la sostenibilità del sistema pensionistico;

b) da un punto di vista demografico la popolazione immigrata costituisce una componente vitale in Italia, con un’età molto più bassa rispetto alla rappresentanza autoctona (35 anni contro 46 circa) e un tasso di natalità ben più elevato (10,4 nati per 1000 abitanti tra gli stranieri, 6,3 tra gli italiani);

c) a livello fiscale, i contribuenti immigrati offrono un saldo positivo tra benefici (tasse pagate e contributi versati) e costi (servizi di welfare e pensionistici);

d) in termini occupazionali, secondo Unioncamere le imprese italiane, nel quinquennio 2024-2028, avranno bisogno di 3 milioni di lavoratori, soprattutto qualificati che, peraltro, tra gli stranieri sono del tutto assenti, se si eccettua il comparto sanitario.

A fronte di tutto ciò, semplificazione delle procedure e aumento delle quote d’ingresso sembrano essere le parole d’ordine di questo Esecutivo che, per converso, individua nelle sole politiche d’asilo il terreno su cui dare soddisfazione alle attese dei propri sostenitori e preservare, così, la propria immagine ideologica (il caso Albania docet…).

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