Accertamento, riscossione e contenzioso
23 Marzo 2024
La Corte di Cassazione, con la sentenza 14.03.2024, n. 6804 ha stabilito che le dichiarazioni rese dal contribuente alla Guardia di Finanza in sede di verifica fiscale costituiscono una confessione stragiudiziale.
La Corte di Cassazione ha ritenuto che le dichiarazioni rese dal contribuente alla Guardia di Finanza in sede di verifica fiscale integrano una confessione stragiudiziale ai sensi dell’art. 2735 c.c., costituendo prova non già indiziaria ma diretta del maggior imponibile accertato a carico del dichiarante, non bisognoso di ulteriori riscontri.
Per la Cassazione, quindi, la CTR, nell’esaminare le risultanze probatorie in atti, ha ritenuto di rilevanza preponderante la dichiarazione inviata dalla parte, tale da giustificare la congrua determinazione della percentuale di ricarico alla base della rideterminazione del reddito d’impresa.
A tal proposito in dottrina si sottolinea come, ai sensi dell’art. 2731 c.c., il paradigma di diritto della confessione non si configuri quando la testimonianza verta su diritti indisponibili, ai quali partecipa l’obbligazione tributaria in virtù della sua connotazione pubblicistica di stretta derivazione costituzionale. Essa deriva esclusivamente dalla legge (art. 23 Costituzione) e il suo statuto legale è presieduto da ineludibili principi costituzionali che la sottraggono dalla configurazione di diritto disponibile.
Essa, quindi, non appare distinguersi dalle testimonianze verbalizzate nel corso di un’istruttoria amministrativa che per la stessa Corte Costituzionale (pronuncia 21.01.2000, n. 18) assumono il valore di prova proprio degli elementi indiziari, i quali, se anche possono concorrere a formare il convincimento del giudice, non possono però rappresentarsi come idonei a costituire da soli il fondamento della decisione.