Imposte dirette

17 Maggio 2024

Nuovo concordato preventivo, forfetari in pole position

Tra i contribuenti che valuteranno con più attenzione e favore la proposta di concordato preventivo per il periodo d’imposta 2024 vi sono, senza dubbio, i contribuenti in regime forfetario.

I motivi che porteranno i forfetari a valutare maggiormente le proposte di concordato preventivo sono presto detti. In primo luogo, avendo tempo per accettare fino al 15.10.2024 questi contribuenti potranno valutare i termini della proposta sull’anno 2024 con un esercizio che è ormai, almeno in massima parte, già trascorso.

In secondo luogo, l’accettazione della proposta del Fisco potrebbe rivelarsi estremamente favorevole soprattutto nelle ipotesi in cui nell’anno 2024 ci sia il rischio di superare, o sia già superata, la quota di ricavi o compensi che prevede la fuoriuscita differita (85.000 euro) o immediata (100.000 euro) dal regime a forfait.

Saranno, in particolare, i forfetari che hanno già superato o che rischiano di superare quota 100.000 euro che avranno le maggiori convenienze nell’accettare la proposta di concordato per l’anno 2024. Al superamento di tale soglia, infatti, il regime forfetario cessa di avere immediatamente effetto sia ai fini dell’Iva che delle imposte sui redditi, con conseguente necessità di determinare il reddito 2024 con le regole “ordinarie”. L’Iva invece si renderà applicabile a partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del predetto limite.

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Ma sono soprattutto le conseguenze reddituali che spaventano i contribuenti forfetari. Nell’anno di superamento, infatti, rischiano di trovarsi in una situazione in cui i costi e le spese deducibili ai fini del reddito d’impresa o di lavoro autonomo sono assolutamente minimali, stante il fatto che il forfetario non si è preoccupato di richiedere le fatture o i giustificativi delle spese per effetto dell’appartenenza a un regime, ora venuto meno, di deducibilità delle stesse su base percentuale dei componenti positivi.

Ecco allora che, in casi del genere, la proposta di concordato per l’anno 2024 che prevederà ovviamente un prolungamento, di almeno un anno, del regime su base forfetaria sarà estremamente conveniente per questi contribuenti. Se la proposta fosse già essa stessa superiore alle soglie limite di permanenze del regime forfetario sarebbe di per sé inaccettabile a priori.

L’accettazione della proposta consentirà ai forfetari in esame di evitare le suddette conseguenze negative ai fini delle imposte dirette e dei contributi previdenziali dovuti, consentendo di ottenere un notevole risparmio fiscale e contributivo rispetto all’ipotesi di non accettazione.

Il passaggio alla determinazione ordinaria del reddito avverrà infatti solo dal 1.01.2025 e ciò consentirà loro di organizzarsi con la richiesta, a partire dallo stesso giorno, della documentazione giustificativa dei costi.

Per quanto riguarda l’Iva, invece, stante la dichiarata ininfluenza del nuovo concordato preventivo ai fini del tributo unionale (art. 17 D.Lgs. 13/2024), la stessa si renderà comunque applicabile già dal 2024 con decorrenza dalla data di incasso del ricavo o del compenso che comporta il superamento del limite di 100.000 euro come chiarito nella circolare n. 32/E/2023.

Quello sopra descritto è l’effetto dello slittamento del termine per l’adesione al nuovo concordato preventivo al 15.10.2024. Nella prima versione del nuovo istituto si prevedevano infatti termini molto più anticipati (adesione da eseguire entro il 30.07.2024) proprio al fine di evitare situazioni come quelle sopra descritte.

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