Imposte dirette
05 Febbraio 2025
Dalla legge di Bilancio 2025 al nuovo visto per lavoratori da remoto extra UE: ecco le disposizioni su fiscalità, previdenza e soggiorno per i nomadi digitali.
Il 2025 conferma sostanzialmente le novità specifiche già introdotte nel 2024 per i nomadi digitali e introduce, indirettamente, ulteriori cambiamenti che, in alcune situazioni, possono riguardare anche questa categoria di lavoratori.
Chi sono i nomadi digitali – Questo termine rappresenta quei lavoratori che, grazie alle tecnologie digitali, possono svolgere la loro attività ovunque, senza la necessità di un ufficio fisso. Si tratta prevalentemente di freelance, imprenditori digitali o dipendenti di aziende che consentono il lavoro da remoto.
Fiscalità: quando dichiarare i redditi in Italia – Un aspetto fondamentale per i nomadi digitali riguarda la residenza fiscale. In Italia, ai sensi dell’art. 2 del Tuir un soggetto è considerato fiscalmente residente se, per almeno 183 giorni all’anno, ha il domicilio o la residenza anagrafica nel Paese, oppure se il centro principale dei suoi interessi economici e personali è in Italia.
Se un nomade digitale acquisisce la residenza fiscale in Italia, sarà tenuto a dichiarare tutti i redditi prodotti, ovunque essi siano generati, applicando il principio della worldwide taxation. Tuttavia, se il lavoratore proviene da un Paese con cui l’Italia ha firmato una Convenzione contro la doppia imposizione, sarà possibile beneficiare delle agevolazioni previste per evitare di pagare le imposte 2 volte sugli stessi redditi.
Rimborsi spese e novità della legge di Bilancio 2025 – Una novità che coinvolge indirettamente anche i nomadi digitali residenti in Italia riguarda l’obbligo di pagamento tracciabile per le spese di trasferta, introdotto dall’art. 1, cc. 81-83 L. 207/2024.
– Rimborsi tracciabili: vitto, alloggio, viaggio e trasporto (inclusi taxi e NCC) non concorrono a formare il reddito del lavoratore, a condizione che il rimborso avvenga con strumenti di pagamento tracciabili (bonifici, carte di credito, ecc.).
– Deducibilità per aziende e professionisti: le spese di trasferta sostenute sono deducibili solo se pagate con modalità tracciata.
Territorialità Iva: quando la prestazione è svolta in Italia – Un altro aspetto rilevante riguarda l’Iva per i nomadi digitali che offrono servizi a clienti italiani o esteri. La territorialità Iva dipende dal tipo di prestazione e dalla residenza del committente e le regole sono definite dall’art. 7 e seguenti D.P.R. 633/1972.
Visto per nomadi digitali: regole per extra UE – Il D.M. Interno 29.02.2024 ha regolato l’ingresso in Italia per i lavoratori da remoto non appartenenti all’Unione Europea, permettendo loro di soggiornare per periodi superiori ai 90 giorni senza essere soggetti alle regole relative ai flussi migratori del D.Lgs. 286/1998. Per ottenere il visto, il nomade digitale deve:
– dimostrare un reddito annuo minimo pari ad almeno 3 volte la soglia di esenzione dalla spesa sanitaria;
– possedere un’assicurazione sanitaria valida per l’intero soggiorno;
– dimostrare di avere un alloggio in Italia;
– avere almeno 6 mesi di esperienza lavorativa pregressa come nomade digitale;
– presentare un contratto di lavoro o collaborazione con un’azienda estera o un’offerta vincolante.
Una volta entrato in Italia, il lavoratore dovrà richiedere il permesso di soggiorno presso la Questura entro 8 giorni, con validità di un anno e possibilità di rinnovo.