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16 Novembre 2022
I beni vengono acquistati da una terza parte, che si assume i rischi finanziari e creditizi, e da quest’ultima ceduti in locazione al cliente finale.
Nonostante nel nostro Paese sia ancora molto forte la propensione ad acquistare beni strumentali di qualsiasi genere, si sta negli ultimi anni facendo largo una tendenza che fino a non molto tempo fa era appannaggio quasi esclusivo del mondo anglosassone: il noleggio, il leasing, e in generale tutte quelle formule che consentono l’utilizzo di un bene senza assumerne la proprietà, con i costi, i rischi e le incombenze connesse a quest’ultima.
Un cambio di mentalità prima ancora che una diversa modalità di approccio alla supply chain, trainato, come spesso accade, dal settore automotive: secondo le statistiche UNRAE, nel primo semestre del 2022 i contratti di noleggio a lungo termine di autovetture in Italia sono aumentati del 11,4%. Ma il settore dei trasporti rappresenta solo la punta dell’iceberg: dai pannelli fotovoltaici agli arredi, dai macchinari alle attrezzature, si amplia sempre di più il paniere dei beni che vengono noleggiati da privati e imprese.
Ma come funziona la formula della locazione operativa? Essa prevede che i beni (che possono essere sia nuovi che usati, purché dotati di autonomia funzionale) vengano acquistati da una terza parte, che si assume i rischi finanziari e creditizi, e da quest’ultima ceduti in locazione al cliente finale; il cliente, a fronte della corresponsione di un canone periodico e costante, totalmente deducibile, può utilizzare i beni per la durata prestabilita e decidere al termine del contratto l’opzione più gradita.
I principali vantaggi per l’utilizzatore del noleggio operativo possono essere riassunti come segue:
A maggior ragione, nel contesto congiunturale attuale, caratterizzato dalla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dai rincari energetici che si ripercuotono lungo tutta la supply chain fino a manifestare i loro effetti sul consumatore finale, una soluzione come il noleggio operativo appare particolarmente sostenibile, nella misura in cui le imprese hanno “fame” di liquidità e sono alla ricerca di soluzioni che consentano di disporre dei beni necessari senza sostenere investimenti troppo onerosi e possibilmente senza aumentare i propri indici di indebitamento.