ETS ed Enti non commerciali
14 Ottobre 2024
L’ente religioso civilmente riconosciuto è un ente non commerciale ai sensi dell’art. 143, c. 4 del Tuir. Il “ramo” ETS commerciale può influire sulla qualifica fiscale dell’ente?
L’ente ecclesiastico civilmente riconosciuto che ha costituito un ramo ETS rimane sempre ente non commerciale ai sensi dell’art. 149, c. 4 del Tuir? Premesso che, in tema di fiscalità diretta degli ETS occorre fare riferimento all’art. 79 del CTS, e che nel “ramo” ETS entrano solo le attività di interesse generale di cui all’art. 5 e le attività diverse di cui all’art. 6 cui si applica la disciplina del CTS, la domanda che ci si pone è se il c. 5 dell’art. 79 sia applicabile nel determinare la natura dell’ente. L’ente rimane un unico soggetto, sia sotto il profilo civilistico che fiscale.
Si tenga anche presente che la dichiarazione dei redditi dovrà essere unica sia per le attività del “ramo” che per le attività “diverse”. L’art. 79 dovrebbe entrare in gioco per determinare la natura (commerciale o non commerciale) delle attività, ma non la natura dell’ente, la quale dovrebbe sempre continuare a essere determinata in base all’art. 149, c. 4 del Tuir. Pertanto, il CTS si limiterà a disciplinare le attività e non la natura dell’ente.
L’art. 89, c. 3 del CTS stabilisce che “Ai soggetti di cui all’art. 4, c. 3, iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore, gli articoli da 143 a 148 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si applicano limitatamente alle attività diverse da quelle elencate all’articolo 5, purché siano in possesso dei requisiti qualificanti ivi previsti”.