Diritto del lavoro e legislazione sociale
22 Agosto 2024
Una recente sentenza della Suprema Corte estende le garanzie procedurali nei casi di licenziamenti collettivi, comprendendo anche i dirigenti tra le categorie protette. La decisione rafforza il ruolo dei sindacati e allinea l’Italia alle direttive europee sul lavoro.
La controversia nasce dal ricorso presentato da una società in concordato preventivo contro una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. Quest’ultima aveva dichiarato illegittimo il licenziamento di un dirigente, condannando l’azienda al pagamento di un’indennità pari a 12 mensilità dell’ultima retribuzione.
Al centro del dibattito giuridico si trova l’interpretazione dell’art. 24 L. 223/1991, che disciplina le procedure di licenziamento collettivo alla luce della direttiva 98/59/CE dell’Unione Europea. Quest’ultima mira ad armonizzare le legislazioni degli Stati membri in materia di licenziamenti collettivi, imponendo obblighi di consultazione e informazione verso i rappresentanti dei lavoratori.