ETS ed Enti non commerciali

28 Agosto 2024

Le diverse tipologie dei fondi di dotazione

Il fondo di dotazione può essere alimentato mediante destinazione dei risultati economici positivi di esercizio sulla base di apposita delibera del Consiglio in sede di approvazione del rendiconto della gestione.

Le associazioni, fondazioni oppure enti pubblici hanno uno speciale patrimonio che prende il nome di dotazione, elemento peculiare di queste aziende, le quali, con il proprio lavoro, perseguono uno scopo benefico. Il fondo di dotazione rappresenta la parte indisponibile del patrimonio netto, a garanzia della struttura patrimoniale dell’ente. Nello specifico, per fondo di dotazione si intende quella parte di beni che costituiscono il patrimonio originario di associazioni, fondazioni ed enti pubblici. Non è detto però che si tratti sempre e solo di denaro. Tra questi beni sono compresi anche diritti e materiali, sempre finalizzati al raggiungimento dello scopo che si è prefissata l’organizzazione no profit.

Le riserve costituiscono la parte del patrimonio netto che, in caso di perdita, è primariamente utilizzabile per la copertura, a garanzia del fondo di dotazione previa apposita delibera del Consiglio, salvo le riserve indisponibili, che rappresentano la parte del patrimonio netto posta a garanzia dei beni demaniali e culturali o delle altre voci dell’attivo patrimoniale non destinabili alla copertura di perdite. Al pari del fondo di dotazione, le riserve sono alimentate anche mediante destinazione dei risultati economici positivi di esercizio, con apposita delibera del Consiglio in occasione dell’approvazione del rendiconto della gestione. Una specifica indicazione, separata da quelle che precedono, riguarda i risultati economici positivi o (negativi) di esercizio.

L’Amministrazione è chiamata a fornire un’adeguata informativa, nella relazione sulla gestione del Presidente/Sindaco dell’Amministrazione, sulla copertura dei risultati economici negativi di esercizio, ed in particolare, l’eventuale perdita risultante dal Conto Economico deve trovare copertura all’interno del patrimonio netto, escluso il fondo di dotazione.
Qualora il patrimonio netto (escluso il fondo di dotazione) non dovesse essere capiente rispetto alla perdita d’esercizio, la parte eccedente è rinviata agli esercizi successivi (perdita portata a nuovo) al fine di assicurarne la copertura con i ricavi futuri.

Esistono quattro tipologie di dotazione e la diversità fra di loro dipende dalle diverse limitazioni nel loro utilizzo. Partiamo ad esaminare la forma più libera per poi arrivare a quella maggiormente vincolata:

  1. dotazioni senza alcuna restrizione: i beni contenuti all’interno della dotazione possono essere utilizzati e investiti dall’organizzazione e dall’ente come meglio ritiene, senza particolari vincoli per quanto ne concerne la quantità o lo specifico momento;
  2. dotazioni a termine: queste pongono un vincolo maggiore e danno la possibilità all’organizzazione di utilizzare il patrimonio solo dopo il verificarsi di un determinato evento o il trascorrere di un periodo di tempo prestabilito;
  3. dotazioni create per uno scopo: nei Paesi anglosassoni si parla di quasi-endowment e si tratta di dotazioni create per raggiungere uno scopo ben preciso. In questi casi, molto spesso, ad essere utilizzato è il reddito derivante dagli investimenti, mentre il cuore centrale rimane invariato;
  4. dotazioni limitate: nel caso delle dotazioni limitate, l’utilizzo dei beni può essere fatto solamente secondo il fine perseguito dal donatore al momento della donazione. Cosa accade se l’organizzazione ha problemi finanziari e dispone solamente di dotazioni limitate? Il tribunale può autorizzare l’istituto ad utilizzare il patrimonio per un diverso fine ma senza dimenticarsi di onorare ugualmente la memoria del donatore.

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