Lettera del direttore · 

17 Gennaio 2025

L'amica geniale

Alla fine, anch’io sono cascato nella curiosità di mettere alla prova l’Intelligenza Artificiale e l’ho fatto su una questione che dovrebbe essere molto semplice da sviluppare con argomentazioni appropriate. Ho chiesto a ChatGPT come vede il futuro dell’economia italiana nel 2025.

Alla fine, anch’io sono cascato nella curiosità di mettere alla prova l’Intelligenza Artificiale e l’ho fatto su una questione che dovrebbe essere molto semplice da sviluppare con argomentazioni appropriate. Ho chiesto a ChatGPT come vede il futuro dell’economia italiana nel 2025.

“Le previsioni per l’economia italiana indicano una crescita moderata del PIL, con stime che variano leggermente tra le diverse istituzioni. L’Istat prevede un incremento dello 0,8%, mentre l’Ocse anticipa una crescita dell’1,2. Il Governo italiano ha espresso aspettative di una crescita almeno dell’1,2%.
Questa espansione sarebbe principalmente sostenuta dalla domanda interna, con un contributo positivo dei consumi privati delle famiglie favorito dal rafforzamento del mercato del lavoro e dall’aumento delle retribuzioni reali.
Tuttavia, gli investimenti fissi lordi potrebbero registrare una crescita nulla, a causa della riduzione degli incentivi fiscali nel settore edilizio, non completamente compensata dalle misure del PNRR e dalla diminuzione dei tassi di interesse”.

Così mi dice l’IA, con una velocità di elaborazione davvero notevole, pescando da varie fonti e assemblando dati presi da documenti ufficiali.
Poi rimanda a un video di YouTube in cui un giovane spiega, mediante grafici, come l’Italia sia andata meglio di altri Paesi europei negli indicatori della disoccupazione (diminuita), del tasso di occupazione (aumentato) e degli investimenti, per poi però mettere in guardia sul possibile crollo nel 2026 a causa del venir meno degli incentivi in edilizia (superbonus) e della spinta del PNRR, i fattori che hanno trainato l’Italia in questi ultimi anni e che verranno meno o diminuiranno consistentemente già a partire dall’anno corrente.

Sinceramente mi aspettavo un’analisi un po’ più articolata, non fatta solo assemblando brani di documenti, ma apportando anche opinioni diverse, ipotizzando vari scenari, considerando anche possibili sviluppi internazionali, politicamente sensibili e soggetti a una grande variabilità. Insomma, mi aspettavo un resoconto capace di farmi riflettere, più articolato, ma forse ho confidato troppo nel significato comunemente associato al termine “intelligenza”.

L’esperimento mi sembra maggiormente associabile a una rapidissima ricerca di archivio, che può essere utilissima, non lo nego, anche se non saprò mai quali fonti ha deciso di privilegiare e quali, invece, scartare poiché i criteri di scelta non sono enunciati o, meglio, sono elencate le fonti, ma sembra che si tratti per lo più di una segnalazione dell’esistenza di altri documenti in rete, un riferimento per approfondimenti e che i documenti citati di fatto, non entrino nel testo prodotto.

Niente da dire su Istat o Ocse, ma gli articoli di fior fiore di economisti? I giornali specializzati? Gli scenari macroeconomici di istituti e ricercatori universitari?
Va bene, occorre accontentarsi. L’IA avrà sicuramente altri sviluppi, si perfezionerà, magari proprio leggendo questo testo e imparando ad imparare.

Credo che lo strumento sia utile se considerato come un amico o un’amica archivista che segnala, all’istante, quali sono le emergenze (nel senso dei dati più rilevanti) comuni a varie fonti e le consiglia come un riferimento cui non abbandonarsi, sapendo che esiste altro nell’universo delle opinioni, anche supportato da dati altrimenti rilevati.

Dipende, naturalmente, dalla profondità dell’analisi che vogliamo fare: se ci è sufficiente il dato corrente, ecco pronto il testo; tuttavia, se abbiamo bisogno di una riflessione, quella è solo una base di partenza, ma si deve approdare altrove. Fino ad arrivare alla nostra testa.

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