Società e contratti
22 Agosto 2024
La presunzione di distribuzione degli utili occulti nelle società a ristretta base torna ancora al vaglio della Cassazione che cambia idea con la sentenza n. 21158/2024.
L’annosa questione della cosiddetta “ristretta base” e della correlata presunzione di distribuzione ai soci degli utili in nero non trova pace. La Corte di Cassazione, dopo una serie di sentenze che avevano invertito la rotta, imboccando una strada più garantista per il contribuente, torna ancora a pronunciarsi sul dibattuto tema.
Con la sentenza n. 21158, pubblicata il 29.07.2024, la Suprema Corte (sez. 5) enuncia il seguente principio di diritto: “l’art. 39, c. 1 lett. d) D.P.R. n. 600/1973 legittima la presunzione di attribuzione pro quota ai soci degli utili extra bilancio prodotti da società di capitali a ristretta base azionaria, con conseguente inversione dell’onere della prova a carico del contribuente, il quale non può limitarsi a denunciare la propria estraneità alla gestione e conduzione societaria, ma deve dimostrare – eventualmente anche ricorrendo alla prova presuntiva – che i maggiori ricavi non siano stati effettivamente realizzati dalla società, che quest’ultima non li abbia distribuiti, ma accantonati o reinvestiti, ovvero che degli stessi se ne sia appropriato altro soggetto”.