Imposte dirette

02 Gennaio 2025

Ires premiale dal 2025 ma non per tutti

La legge di Bilancio 2025 offre un’opportunità per le imprese che accantonano e reinvestono una parte degli utili.

La nuova legge di Bilancio 2025 debutta con tante novità, tra cui spicca l’aliquota Ires ridotta al 20% al rispetto tuttavia di precise condizioni. Entrando nel merito dell’agevolazione, si tratta di un’interessante opportunità ma non per tutti.

A dire il vero, si presenta tutto come un piccolo rompicapo. L’agevolazione non spetta, per ovvi motivi, alle società in liquidazione ordinaria o assoggettate a procedure concorsuali, nonché ai soggetti Ires che applicano regimi forfettari di determinazione del reddito.

Pure le imprese che nell’anno 2023 hanno chiuso in perdita sono impossibilitate ad accedere al beneficio.

La riduzione dell’aliquota Ires dal 24% al 20% spetta soltanto per il periodo d’imposta 2025 e si applica al rispetto di precise condizioni. Occorre, in primo luogo, che gli utili relativi all’esercizio in corso al 31.12.2024 siano accantonati in apposita riserva in misura pari almeno all’80%. Inoltre, è necessario destinare almeno il 30% degli utili accantonati (in misura, comunque, non inferiore al 24% degli utili relativi al 2023) a un investimento in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio nazionale, indicati negli allegati A e B di cui alla L. 232/2016 e all’art. 38 D.L. 19/2024.

Si tratta in buona sostanza di investimenti in beni rientranti nelle categorie 4.0 o 5.0, ammessi anche tramite contratti di locazione finanziaria e soprattutto effettuati nel periodo intercorrente tra il 1.01.2025 e il 30.10.2026. L’agevolazione, infatti, riguarda il periodo d’imposta 2025 e comparirà pertanto nel modello Redditi 2026.

Naturalmente, valgono le consuete regole per cui i beni acquistati non potranno essere ceduti fino al 5° anno successivo all’effettuazione dell’investimento (investimento, peraltro, che non potrà essere inferiore a 20.000 euro).

Ma non è finita! È altresì necessario che il numero di unità lavorative annue relative al periodo d’imposta 2025 sia almeno pari o superiore rispetto alla media del triennio precedente (2022-2024) e dovranno essere effettuate ulteriori assunzioni di lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato in misura pari almeno all’1% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato mediamente occupati nel periodo d’imposta 2024 e comunque in misura non inferiore a un lavoratore a tempo indeterminato. Infine, nel 2024 o nel 2025 l’azienda non deve aver fatto ricorso alla CIG.

Giova infine ricordare, come se non bastasse, che l’agevolazione sarà oggetto di recupero nel caso in cui l’utile accantonato dovesse essere distribuito entro il secondo esercizio successivo a quello in corso al 31.12.2024.

Per finire, non manca una contraddizione: nella legge di Bilancio compare anche una stretta sui crediti per investimenti in beni 4.0. Uno Stato che con una mano concede e con l’altra toglie.

Ebbene, Ires premiale solo per soggetti virtuosi, ma che fatica!

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