Imposte dirette
05 Novembre 2020
Una pressione fiscale tra le più leggere d'Europa e anche il tax burden è inferiore alla media OCSE, tanto che Dublino è al centro delle strategie di società multinazionali.
Una società costituita in Irlanda si considera residente. Lo stesso vale per una società gestita e controllata in Irlanda. Il livello di tassazione varia in base al tipo di reddito conseguito dalle società. Una società residente in Irlanda subisce la tassazione sui redditi ovunque prodotti; per le società non residenti, la tassazione si applica solo sul reddito conseguito in Irlanda. Il reddito commerciale viene tassato al 12,50%. Il reddito derivante da dividendi europei, oppure derivante da Paesi con i quali sono stati stipulati trattati contro le doppie imposizioni, subisce la tassazione del 25%. Il reddito da investimento e il reddito conseguito all’esterno del territorio irlandese vengono tassati al 25%.
La tassazione dei capital gains è del 33%. Tuttavia, i capital gains derivanti dalla cessione di azioni di società residenti in Europa o in Paesi con i quali esistono trattati contro le doppie imposizioni, subiscono un prelievo inferiore. Sono deducibili i costi rivenienti dall’acquisizione e dal miglioramento degli asset dai quali scaturisce tassazione.
Le holding companies possono usufruire del regime della participation exemption sulla cessione delle azioni di società residenti in Irlanda oppure in Europa oppure in Paesi con i quali vigono trattati contro le doppie imposizioni. Al fine di adottare il regime della participation exemption sono necessari i seguenti requisiti: il periodo di possesso deve essere di almeno 12 mesi nella finestra temporale di 24 mesi precedenti alla cessione; e il possesso deve essere attinente ad almeno il 5% del capitale sociale.
Le società possono dedurre dalla base imponibile anche le spese per ricerca e sviluppo, i costi connessi ai brevetti e marchi, nonché le spese relative alle donazioni verso enti del Terzo settore e altri enti qualificati. Le perdite fiscali possono essere usate in futuro senza limiti temporali.
Anche in Irlanda sono previste tasse indirette, per esempio: tassa sui trasferimenti di proprietà; tasse locali sulla proprietà; tasse sulle residenze immobiliari; tassa sugli oli minerali; tassa su alcuni settori specifici come le costruzioni edilizie e le attività petrolifere. I datori di lavoro devono versare circa il 10,75% per la contribuzione pensionistica del personale.
Alle società che trasferiscono le proprie operations in luoghi offshore, oppure fuori dall’Irlanda, si applica una exit tax del 12,50%. Tale aliquota potrebbe salire al 33% nel caso di manovre societarie elusive.
In merito alla complessità fiscale e al tax burden, il sistema irlandese obbliga i contribuenti a un numero inferiore di pagamenti durante l’anno e implica un minore numero di ore da dedicare alla burocrazia fiscale rispetto alla media OCSE. Il tempo medio da dedicare alle pratiche fiscali si attesta in 82 ore all’anno, rispetto a una media OCSE di circa 163 ore. Inutile sottolineare che questi aspetti sono tutt’altro che secondari in quanto implicano un evidente risparmio di costi fiscali indiretti e un minore rischio di errori per i contribuenti.
L’Irlanda vanta anche un carico fiscale complessivo del 26% sui profitti societari, rispetto ad una media OCSE superiore al 40%.