Amministrazione del personale
07 Dicembre 2024
La Corte di Cassazione chiarisce come interpretare il ritardo nelle contestazioni e il suo peso nella legittimità dei licenziamenti.
La Suprema Corte di Cassazione ha recentemente ribadito un principio fondamentale riguardante l’immediatezza della contestazione disciplinare. Nella decisione sull’ordinanza 25.11.2024, n. 30314, la Corte ha sottolineato che tale requisito non deve essere inteso in senso assoluto, ma relativo. Questa interpretazione consente di considerare il tempo necessario per verificare i fatti o le esigenze organizzative dell’azienda.
Il caso ha avuto origine da un ricorso presentato da un lavoratore che contestava il licenziamento ricevuto per reiterate inadempienze sul luogo di lavoro. La Corte d’Appello aveva già evidenziato ritardi in alcune contestazioni disciplinari, ma aveva comunque confermato la validità del licenziamento basandosi sulla gravità di altre condotte adeguatamente contestate.
Giudice di merito come arbitro – Uno degli aspetti più interessanti della pronuncia riguarda la valutazione del ritardo. Secondo la Corte, spetta al giudice di merito verificare se il tempo trascorso tra il fatto e la contestazione sia giustificato.