Consulenza aziendale, commerciale e marketing
07 Giugno 2021
Come si sono evolute le cosiddette “buone maniere” e come possono essere applicate nei rapporti con i clienti dello Studio Professionale.
Nel 1558 usciva il capostipite dei trattati sulle buone maniere in società che avrebbe fatto epoca: il “Galateo overo de’ costumi” di Monsignor Giovanni della Casa.
Da allora si sono succeduti diversi trattati e scritti sulla buona educazione e sul cosiddetto “Bon Ton”.
Ma è ancora valido ai giorni nostri, lo possiamo ancora tenere presente come linea guida nei rapporti col prossimo?
I detrattori odierni citano spesso il fatto che è ormai fuori tempo, essendo scritto quasi 500 anni fa, in un mondo completamente diverso e in un’epoca senza computer, tv e cellulari. Oppure che era nato solo per le fasce sociali più elevate, tipo nobili, regnanti e corte al seguito.
In realtà nacque proprio per aiutare il “popolino” a ridurre le differenze di classe e poter meglio comunicare la propria importanza e i propri bisogni tramite il miglioramento dei loro comportamenti sociali.
Per capire come renderlo attuale, occorre partire da un principio fondamentale: le regole del Galateo hanno lo scopo di creare una buona relazione tramite la gentilezza e la necessità di non mettere l’altro in situazione di disagio o di imbarazzo.
Se partiamo da questo principio di fondo, capiremo subito come ci si deve comportare in ogni situazione di vita, personale e professionale. Ne elenchiamo alcune.
Accoglienza in studio
Presentazioni – La scala di “importanza” è questa:
Regola di fondo: si presenta la persona “meno” importante a quella “più” importante. Ecco la formuletta: “Signor (cliente o più anziano o donna), le presento il mio collega, Mario Bianchi”.
Nel vostro ufficio
Pranzo di lavoro e P.R.
E se il commensale a tavola non è proprio un esperto di bon ton? Evitate di farglielo notare, ma non ne copiate i comportamenti.