Amministrazione e bilancio
08 Agosto 2023
Siamo ad agosto: molti lavoratori stanno attendendo le tanto agognate ferie, altri le hanno anticipate e le stanno fruendo già in questi giorni. Ma cosa fare se il lavoratore si ammala durante le ferie? E se si trova all’estero, cambiano le regole?
Se il lavoratore si ammala prima dell’inizio delle ferie, queste verranno sospese e fruite successivamente; il datore di lavoro potrà concedere le ferie appena terminata la malattia oppure riprogrammarle, senza tuttavia che il lavoratore possa scegliere in autonomia quando riprogrammare le proprie vacanza.
Se il lavoratore si ammala dopo l’inizio delle ferie, la sospensione del periodo di vacanza non è immediata, tendenzialmente le ferie vengono sospese e sostituite da assenza per malattia; tuttavia, le ferie vengono sospese se la patologia contratta non permette il recupero psicofisico del lavoratore. Sarà il medico di base, pertanto, a definire se emettere o meno il certificato medico e il datore di lavoro, sentito anche il parere del medico competente aziendale, dovrà uniformarsi alla prescrizione data al lavoratore, a meno che non sia in grado di provare attraverso i previsti controlli sanitari, che la malattia non compromette il recupero psicofisico dato dalle ferie.
Per il riconoscimento della malattia il lavoratore deve comunicare tempestivamente al datore di lavoro lo stato di malattia, con le modalità e i tempi previsti dal contratto collettivo nazionale o aziendale, dovrà inoltre comunicare il numero di protocollo del certificato medico attestante lo stato di malattia al datore di lavoro entro 48 ore dall’inizio dell’assenza.
È utile inoltre ricordare che il certificato medico di malattia dovrà essere emesso il giorno stesso dell’insorgenza della patologia in caso di visita ambulatoriale, mentre potrà essere rilasciato anche il giorno successivo l’insorgenza della patologia qualora la visita abbia carattere domiciliare. In caso di emissione tardiva del certificato, l’Inps non riconoscerà l’assegno di malattia per le giornate di mancata copertura certificativa, così come ricordato dal dossier pubblicato sul sito Inps nel gennaio 2019.
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Cosa succede se il lavoratore si ammala durante un soggiorno all’estero? In questo caso le regole da applicare sono le medesime che valgono in Italia: comunicazione tempestiva al datore di lavoro, invio della certificazione medica ad Inps e rispetto delle fasce orarie di reperibilità per le visite mediche di controllo, atte a verificare l’effettivo stato di incapacità lavorativa. Con riferimento al Paese estero, distinguiamo tre casistiche;
Qualora l’evento di malattia si manifesti in un Paese di cui al punto 1 o 2, per effetto delle convenzioni sociali in essere fra i Paesi interessati non sarà necessario procedere alla traduzione del certificato, di cui si occuperà direttamente Inps.
Qualora invece lo Stato estero non abbia convenzioni sociali con l’Italia, sarà necessario procedere con la traduzione autenticata (da Consolato o Ambasciata) da parte del lavoratore.
Diverso invece è il caso in cui sia il figlio del lavoratore ad ammalarsi: nel rispetto delle modalità di fruizione dei congedi per malattia del figlio previsti dalla normativa, in caso si ricovero ospedaliero (solo in questo caso) il genitore può chiedere la sospensione del periodo di ferie.