Diritto del lavoro e legislazione sociale
15 Gennaio 2025
La Cassazione chiarisce i limiti della libertà di espressione nei contesti sindacali e ribadisce le tutele per i lavoratori contro i licenziamenti illegittimi.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 18.12.2024, n. 33074, ha affrontato una controversia riguardante un licenziamento disciplinare inflitto a un dirigente per alcune dichiarazioni critiche rivolte all’azienda tramite una mailing list sindacale chiusa.
La vicenda, originatasi da una decisione della Corte d’Appello di Roma, aveva già sancito l’illegittimità del provvedimento espulsivo, ordinando la reintegrazione del lavoratore e il pagamento di 5 mensilità arretrate, oltre ai contributi previdenziali.
L’azienda, non soddisfatta della decisione d’appello, ha presentato ricorso alla Corte Suprema sollevando diverse questioni, tra cui l’insussistenza della giusta causa di licenziamento e l’asserita natura diffamatoria delle dichiarazioni.