Revisione e controllo
31 Marzo 2021
L'annuale “fotografia” del Ministero dell'Interno, da cui trarre una serie di conseguenze in ordine alle prospettive professionali.
Il Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli affari interni e territoriali – Direzione centrale della Finanza locale – ha pubblicato i consueti dati di sintesi nazionali, con dettagli a livello regionale, della composizione del corpo dei revisori iscritti e dell’attività di sorteggio delle prefetture dal 10.12.2012 al 5.02.2021.
I dati forniti costituiscono la fotografia di una situazione che dovrebbe apprestarsi a mutare non poco. Come noto, il D.L. 124/2019 (art. 57-ter) prevede l’estrazione dei revisori su elenchi non più regionali bensì provinciali. Già mutato nel 2020, invece, lo scenario nei Comuni italiani con più di 15.000 abitanti, e nelle Province, con il ritorno alla nomina “politica” del presidente dell’organo: sono infatti i consigli che lo eleggono direttamente, in piena autonomia, senza passare dall’estrazione.
Interessante è rilevare come la distribuzione territoriale dei 7.228 enti locali appartenenti alle Regioni a Statuto ordinario (in costante diminuzione a causa del lento ma inarrestabile processo di fusione che sta caratterizzando la geografia amministrativa italiana e la costituzione di unioni di Comuni per l’esercizio in forma associata di funzioni) resti inevitabilmente sperequativa del “mercato” della revisione rispetto ai revisori iscritti nel Registro regionale ed ivi estraibili, attualmente 14.606. Si conferma, peraltro, l’ulteriore contrazione del numero dei professionisti che si rendono disponibili a questi incarichi pubblici (erano 14.930 ad inizio 2020).
Gli elenchi del 2021 evidenziano ancora come Piemonte e Lombardia siano le Regioni con la più alta possibilità di ricoprire un incarico: 893 (erano 934 l’anno precedente) revisori eleggibili su un totale di 1.309 enti locali in Piemonte, 1.556 (erano 1.569 ad inizio 2020) revisori lombardi rispetto a 1.619 enti (diminuiti di 1 unità). Probabilità rafforzata dalla forte incidenza dei Comuni di 1^ fascia, cioè gli enti al di sotto dei 5.000 abitanti presso cui possono svolgere la funzione tutti i revisori presenti negli elenchi regionali. Si rammenta, infatti, che negli enti di 2^ e 3^ fascia (quest’ultima composta da Comuni oltre i 15.000 abitanti, Province e città metropolitane), è necessaria una maggiore “anzianità” professionale. L’estremo opposto è sempre rappresentato con vertiginoso distacco dalla Puglia: ben 1.627 professionisti (benché 60 in meno rispetto all’anno precedente a conferma del continuo calo) disponibili per 290 Comuni (e di questi soltanto 85 di prima fascia). Poche le probabilità di essere sorteggiato anche in Campania: 2.983 revisori (erano 2.934) disponibili per 594 enti.
Dei 14.606 revisori iscritti in Italia, 4.252 sono donne (il calo è assai vistoso: erano 4.341 l’anno scorso con una perdita di 700 unità in soli 4 anni) e 10.354 (10.589 l’anno precedente) sono uomini.
La suddivisione tra gli iscritti esclusivamente all’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, soltanto al registro dei revisori legali, ad ambedue le categorie: i dottori commercialisti revisori legali sono 13.054, i revisori legali sono 1.100, mentre gli iscritti soltanto all’albo ODCEC sono 452. La composizione in termini percentuali denota un lieve decremento dell’incidenza degli iscritti all’albo, con qualifica di revisore legale (erano 13.385).
Gli iscritti “giovani” nell’elenco, fino a 42 anni di età, sono 2.195 (erano 2.089), quelli fino a 65 anni sono 11.296 (erano 11.587), poco più di 1.100 quelli oltre i 65 anni.