Accertamento, riscossione e contenzioso
08 Marzo 2024
Un nuovo sistema di supporto alle decisioni, denominato “mappatura socio-economica e criminale” (o Google-map), che permette ai vari livelli di comando di accedere a centinaia di variabili economico-finanziarie.
Il nuovo strumento è stato spiegato dal comandante generale della Guardia di Finanza in audizione in Commissione finanze del Senato. Intervenire in chiave repressiva comporta la necessità di un approccio operativo modellato su 3 pilastri:
Una fattura falsa, per fare un esempio, può essere utilizzata a scopi di risparmio fiscale, ma anche per celare accordi corruttivi o per fornire formale giustificazione al riciclaggio oltre frontiera di proventi da reato. In linea di continuità con gli anni precedenti, l’azione del corpo sarà strutturata su quattro obiettivi principali:
La prevenzione è sicuramente alimentata anche dall’effetto “deterrenza”, assicurato dall’ampia e variegata azione di controllo economico del territorio svolta quotidianamente.
Per la Guardia di Finanza, tuttavia, prevenzione significa soprattutto svolgere interventi mirati che, per loro natura, prevengono ulteriori illeciti fiscali. Tale forma di prevenzione, per distinguerla da quella “tradizionale” connessa alla deterrenza, è definibile con l’espressione “prevenzione misurabile”, ossia quantitativamente perimetrabile: ad esempio, l’attività di sequestro di crediti fiscali fittizi prima che siano indebitamente compensati a danno dell’Erario.
Rientrano nella “prevenzione misurabile” anche le proposte di cessazione d’ufficio di partite Iva avanzate dal corpo, con il fine di impedire l’operatività fraudolenta di “cartiere” e contrastare il fenomeno delle imprese “apri e chiudi”. Lo scorso anno, i reparti hanno trasmesso all’Agenzia delle Entrate oltre 2.200 proposte di chiusura di aziende potenzialmente “tossiche”.
Ulteriore attività di prevenzione è rappresentata dalla partecipazione attiva della Guardia di Finanza alla procedura di “blocco preventivo” dei modelli F24.
Quanto sopra non avviene sulla base di provvedimenti di sequestro emessi dall’autorità giudiziaria, ma sulla scorta di un giudizio di pericolosità fiscale determinato dallo sviluppo di attività ispettive.
In estrema sintesi, i reparti segnalano all’Agenzia delle Entrate i contribuenti che risultano avere maturato crediti senza tuttavia averne i presupposti: ciò al fine di impedire il perfezionamento di fenomeni di indebite compensazioni.
Partito ad agosto 2023, questo nuovo meccanismo ha già consentito di segnalare crediti non spettanti per 650 milioni di euro ai fini del “blocco”, prima che il “danno” venga cagionato.