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01 Agosto 2024
Le Olimpiadi di Parigi si stanno distinguendo per l’ottica del riuso e dell’economia circolare. Buone pratiche da tenere in considerazione.
Sembra che l’economia circolare sia entrata nella cultura organizzativa di uno degli eventi più costosi, invasivi e insieme affascinanti dell’era moderna: le Olimpiadi.
Con il loro retroterra valoriale decoubertiniano, dell’importante partecipare e non vincere (ma quando mai per gli atleti, soprattutto per chi è ai vertici della propria specialità?), che alcuni definirebbero buonista, le Olimpiadi si collocano in un momento storico di conflitti non proprio ideale per riaffermare valori di solidarietà, pace e fratellanza universale. Soprattutto verrebbe meno il primo significato che le ispirò, quella della tregua in tempi di guerra.
Qualcosa di contemporaneo, tuttavia, si è insinuato nella cultura organizzativa che non può incidere sui valori universali, ma può utilmente insegnare qualcosa con l’adozione di pratiche ormai acquisite anche nel più sfrenato capitalismo.