Bandi, agevolazioni, bonus, contributi a fondo perduto
09 Novembre 2024
Il riconoscimento del credito di imposta per lavori mai eseguiti e documentati da fatture false integra il grave reato di truffa aggravata. Lo ha precisato la Corte di Cassazione, sez. III penale, nella sentenza 30.10.2024, n. 40015.
Nel caso in esame, dopo la conferma degli arresti domiciliari nei confronti di alcune persone gravemente indiziate del delitto di truffa aggravata (ex art. 640-bis c.p.) ai danni dello Stato per l’ottenimento di bonus edilizi a fronte di lavori mai eseguiti, veniva proposto ricorso per Cassazione.
In quella sede, tra le varie eccezioni veniva richiesto di classificare i fatti illeciti contestati (ovvero l’indebita fruizione dei bonus per lavori non eseguiti ma documentati da false fatture) nella fattispecie (meno grave) di “indebita percezione di erogazioni pubbliche” (ex art. 316-ter c.p.) e non in quello di “truffa aggravata” (ex art. 640-bis c.p.).
Al riguardo può essere opportuno ricordare che l’art. 640-bis c.p. prevede la reclusione da 2 a 7 anni per chiunque con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno se il fatto concerne contributi, sovvenzioni o altre erogazioni comunque denominate da parte dello Stato o di altri enti pubblici (pertanto con una condotta fraudolenta e attiva).