Diritto del lavoro e legislazione sociale
09 Dicembre 2024
Il valore del Durc non è assoluto e le imprese devono affrontare verifiche più ampie per accedere ai benefici contributivi.
L’ordinanza della Corte di Cassazione 2.12.2024, n. 30788 chiarisce la funzione e i limiti del Documento Unico di Regolarità Contributiva (Durc), stabilendo che non offre una protezione totale per i datori di lavoro in caso di irregolarità contributive pregresse o sopravvenute.
La controversia nasce da una richiesta dell’Inps nei confronti di una cooperativa che aveva ottenuto sgravi contributivi per il periodo dicembre 2014 – marzo 2015. Sebbene in possesso di un Durc rilasciato nell’aprile 2015, la cooperativa si era vista contestare il mancato rispetto degli obblighi contributivi relativi a periodi precedenti.
Secondo l’Inps, tali omissioni rendevano improprio il beneficio degli sgravi successivi, motivo per cui era stato emesso un avviso di addebito. La Corte d’Appello di Milano aveva annullato l’avviso, ritenendo che il Durc fosse sufficiente a certificare la regolarità. Tuttavia, la Cassazione ha ribaltato questa decisione, accogliendo il ricorso dell’ente previdenziale.