Società e contratti

18 Giugno 2024

Diritti di credito per i collaboratori dell’impresa familiare

La Corte di Cassazione nel ribadire la configurazione giuridica di impresa individuale dell’impresa familiare, ha raccordato alla natura di diritti di credito e non reali i diritti dei collaboratori dell’impresa familiare, con rilevanti conseguenze per il loro regime giuridico.

Il giudice di Cassazione, nella sentenza 6.06.2024 n. 15810, dapprima sottolinea come l’impresa familiare, disciplinata dall’art. 230-bis c.c., costituisca un istituto introdotto dalla L. 151/1975, di riforma del diritto di famiglia, avente la precipua finalità di garantire il lavoro continuativamente prestato all’interno della famiglia, superando la presunzione, comunemente ritenuta, che tale lavoro fosse svolto benevolentiae causa. In questa prospettiva, la previsione dell’art. 230-bis c.c. rappresenta attuazione di principi costituzionali e segnatamente dei principi di cui agli artt. 1, 35, 36 e 37 della Costituzione.

La novità dell’istituto, il suo carattere residuale, reso palese dall’incipit dell’art. 230-bis c.c. “Salvo che sia configurabile un diverso rapporto, il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nell’impresa familiare … “, in una con il fatto che la relativa disciplina è stata limitata ad alcuni aspetti soltanto, ha alimentato un ampio dibattito nell’ambito del quale rilievo centrale ha assunto il tema della configurabilità dell’impresa familiare come impresa collettiva o come impresa individuale.

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