Accertamento, riscossione e contenzioso
13 Luglio 2024
Le contestazioni erariali vertenti sull'inesistenza dell’operazione costringono spesso il contribuente a una probatio diabolica.
Numerose Corti di merito, ancorandosi su una datata e isolata pronuncia della Cassazione (risalente al 2018) sono giunte a delle conclusioni poco condivisibili, in termini di ragionevolezza e logica di giudizio, che vedono ribaltare l’onere della prova sull’effettività di un’operazione in capo al contribuente.
Non è sufficiente effettuare un’operazione, documentarla compiutamente con fatturazioni, contratti, pagamenti tracciati, ecc.. Qualora il Fisco ritenga che l’operazione sia presuntivamente inesistente, il contribuente è chiamato a dimostrarne l’effettività.
Si registra sicuramente una evidente asimmetria in materia di onere della prova: l’onere non ricade su chi intende far valere la pretesa erariale, ma sul contribuente che dopo aver effettuato e opportunamente documentato gli estremi di un’operazione si veda contestare la stessa operazione in termini di effettività.