Accertamento, riscossione e contenzioso
14 Febbraio 2023
Le possibilità che può mettere in campo il contribuente per difendersi da eventuali indagini finanziarie o bancarie.
La tutela e la difesa del contribuente assoggettato ad indagini finanziarie è questione di non poco conto poiché questo tipo di attività istruttoria e gli accertamenti che ne possono derivare esaltano la sproporzione tra:
La sproporzione dell’onere probatorio a carico, da una parte, del soggetto verificatore e, dall’altra, del soggetto verificato deriva dal fatto che il legislatore, sia nell’ambito delle imposte dirette che dell’Iva, ha statuito una presunzione legale relativa degli accertamenti finanziari a favore del Fisco, in virtù della quale è il contribuente a dovere dimostrare, ad esempio, che le somme transitate sul proprio conto corrente, oggetto di contestazione, non dovevano concorrere alla determinazione del reddito di periodo.
La difesa del contribuente si basa essenzialmente sulla possibilità di portare la prova contraria di quanto emerso a seguito dei controlli sui rapporti finanziari a lui riferibili, sia personali che di soggetti terzi.
Il contribuente deve quindi dimostrare l’irrilevanza, ai fini della verifica, di ciascuna operazione transitata sul conto; in particolare, il contribuente è tenuto a giustificare ciascuno dei versamenti e dei prelevamenti effettuati, pena il loro concorso alla rettifica del reddito imponibile dichiarato.
La giustificazione fornita dal soggetto accertato deve essere quindi puntuale nel senso che di ogni operazione contestata deve essere dimostrata l’irrilevanza ai fini reddituali.
La difesa del contribuente è resa difficile anche dalla circostanza che la Corte di Cassazione ritiene che:
L’Amministrazione Finanziaria non è gravata da ulteriori oneri probatori dal momento in cui il contribuente svolge le sue difese; si può semplicemente limitare a constatarne la valenza poiché è rimessa al giudice la valutazione del complessivo materiale probatorio sottoposto alla sua attenzione.