Bandi, agevolazioni, bonus, contributi a fondo perduto
21 Agosto 2024
Dal 1.01.2025 non saranno più possibili le agevolazioni contributive introdotte nelle Regioni meridionali alla fine del 2020.
Con decisione 25.06.2024, C(2024) 4512, la Commissione Europea ha concesso un’ultima e definitiva proroga alla decontribuzione nelle Regioni del Mezzogiorno, fissando quale termine finale il 31.12.2024. Ciò vuol dire che dal 1.01.2025 l’agevolazione non sarà più compatibile con l’ordinario regime europeo degli aiuti di Stato.
Nel definire meglio i contorni di efficacia temporale della decisione UE, l’Inps ha chiarito, con circolare 17.07.2024, n. 82 che l’aiuto deve essere stato concesso entro il 30.06.2024 e che pertanto la decontribuzione non può trovare applicazione per i contratti di lavoro subordinato stipulati dopo il 1.07.2024.
Qualora entro la data del 30.06.2024 sia stato instaurato un rapporto di lavoro a tempo determinato, la decontribuzione può valere solo fino al 31.12024, ancorché tale rapporto venga prorogato o trasformato a tempo indeterminato successivamente al 30.06.
Oltre a tali modifiche, strettamente inerenti al periodo di fruizione del beneficio, non ne sono previste di ulteriori rispetto ad altri aspetti del regime di aiuto esistente, come ad esempio i massimali di erogazione o i settori economici coinvolti, che rimangono sostanzialmente invariati.
Giunge così al capolinea una misura introdotta a fine 2020 per cercare di arginare i possibili shock occupazionali che avrebbero potuto colpire, a seguito della pandemia, il sistema imprenditoriale meridionale.
All’emergenza Covid ha poi fatto seguito l’aggressione dell’Ucraina da parte della Federazione russa, venendo così a reiterare quelle condizioni eccezionali in grado di favorire degli interventi a sostegno delle economie nazionali, altrimenti non in linea con le norme di funzionamento dell’Unione europea.
E siccome il Quadro temporaneo Ucraina scadrà il 31.12.2024, nel 2025 gli aiuti di Stato a favore di alcune aree torneranno ad essere autorizzati dalla Commissione UE solo se ritenuti compatibili con le disposizioni comunitarie volte a favorire nuovi investimenti o l’occupazione in zone svantaggiate.
L’ originaria struttura della decontribuzione Sud, imperniata su un esonero contributivo pari al 30% su tutti i rapporti di lavoro costituiti nelle Regioni meridionali fino al 31.12.2025, con progressivo décalage fino al 2029, non sembra rispondere alle citate esigenze, sostanziandosi piuttosto in un aiuto al funzionamento delle imprese.
Resta ora da chiedersi cosa ne sarà degli oltre 18 miliardi che saranno “liberati” dalla interruzione anticipata dell’agevolazione. Si tratta di una rilevante mole di risorse che potrebbe essere utilizzata per realizzare interventi a favore del Mezzogiorno più efficaci e incisivi rispetto alla descritta riduzione generalizzata degli oneri contributivi.
Realisticamente, però, appare molto più probabile un impiego destinato a politiche di carattere generale o al contenimento della spesa pubblica.