Diritto del lavoro e legislazione sociale
09 Maggio 2024
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione sottolinea l’importanza di una precisa indicazione della collocazione dei turni di lavoro nei contratti part-time verticali, tutelando i diritti dei lavoratori e fornendo linee guida per le aziende.
Premessa sulla sentenza – La Corte di Cassazione, sezione lavoro, si è recentemente pronunciata su una controversia riguardante un contratto di lavoro part-time verticale, originata da una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Quest’ultima aveva riformato la decisione di primo grado, accogliendo l’appello di un lavoratore che lamentava l’assenza di una chiara indicazione della distribuzione temporale delle prestazioni lavorative nel suo contratto.
La Corte d’Appello meneghina aveva giudicato illegittima la mancanza di specificazione dell’orario di lavoro. Di conseguenza, la società era stata condannata a risarcire il lavoratore con una somma corrispondente al 5% della retribuzione percepita nei periodi effettivamente lavorati, escludendo i periodi di non lavoro come ferie e permessi.
Motivi del ricorso alla Corte di Cassazione – La società, non condividendo la decisione della Corte d’Appello di Milano, ha deciso di impugnare la sentenza presso la Corte di Cassazione. Secondo la tesi sostenuta dalla società ricorrente, il contratto di lavoro part-time verticale oggetto della controversia era pienamente conforme alla normativa vigente e la Corte d’Appello aveva erroneamente trascurato di considerare la disciplina contrattuale di riferimento.