Diritto privato, commerciale e amministrativo

11 Giugno 2024

Corruzione Italia, brutti voti e poco slancio

Secondo il rapporto di Trasparency International Italia (ONG) siamo al 42° posto su 180, 17° su 27 in Europa, quindi ben al di sotto di metà classifica.

Non è certo una buona notizia, perché è così che ci vedono i portatori di interessi. Parliamo di investitori, società private di consulenza e gestione del rischio, non della percezione, a volte influenzabile, dell’uomo della strada. L’Italia si posiziona al 17° posto su 27 tra i Paesi europei mentre al vertice della classifica mondiale si collocano Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda e, molto in basso, negli ultimi posti, troviamo Venezuela, Siria e Somalia.

La ONG “Trasparency International Italia” elabora dati molto affidabili provenienti da numerose fonti molto accreditate come quelli della Banca Mondiale e del World Economic Forum. Ma prima di capire qualcosa in più su come è stato calcolato il nostro voto, chiediamoci quali sono gli effetti. Innanzitutto, la corruzione fa male all’economia. Non alle aziende che corrompono, ovviamente, ma al mancato riconoscimento di quelle che operano rispettando le regole, spesso con prodotti migliori. È un po’ come vincere una competizione sportiva con il doping. I più disinvolti sosterranno che troppi controlli nuocciono alla velocità, ma la cattiva reputazione nuoce molto di più, spostando gli investimenti altrove.

Vediamo ora in base a quali indicatori la ONG determina il voto. Casi di corruzione nazionale, la risposta giudiziaria, le norme che regolano il comparto e il loro grado di attuazione e, infine, aspetti più generali come la libertà (effettiva) di stampa.

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