Diritto del lavoro e legislazione sociale

11 Giugno 2024

Comporto prolungato non previsto per la malattia del figlio

L’assenza per quarantena conseguente alla malattia del figlio non rientra nelle ipotesi di prolungamento del comporto poiché manca il requisito della malattia tubercolare del lavoratore in vista della sua guarigione.

Nel caso affrontato il lavoratore impugnava il licenziamento intimatogli per superamento del periodo di comporto a seguito di assenza dal lavoro per profilassi tubercolare della figlia minore.

Sentenza della Corte d’Appello – La Corte di merito confermava la sentenza del tribunale di Brescia che aveva rigettato il ricorso di impugnativa del licenziamento intimato per superamento del periodo di comporto. In particolare, la Corte d’Appello di Brescia, rilevato che il C.C.N.L. applicato al rapporto di lavoro stabiliva la durata del periodo di comporto in 6 mesi per i lavoratori con anzianità pari a quella del lavoratore ricorrente, escludeva che il periodo nel quale lo stesso era stato assente dal lavoro per quarantena prescritta dal medico dal momento che la figlia era risultata affetta da TBC, non dovesse essere computato a periodo di conservazione del posto di lavoro.
Avverso tale sentenza il lavoratore proponeva ricorso per Cassazione al quale la società datrice resisteva con controricorso.

Ordinanza di Cassazione – Il lavoratore proponeva ricorso deducendo la violazione dell’art. 2110 c.c. sostenendo che non potessero computarsi ad assenze dovute a malattia dal momento che erano dovute a profilassi antitubercolare della figlia minore.

Vuoi leggere l’articolo completo?

Abbonati a Ratio Quotidiano o contattaci per maggiori informazioni.
Se sei già abbonato, accedi alla tua area riservata.

C.F e P.IVA: 01392340202 · Reg.Imp. di Mantova: n. 01392340202 · Capitale sociale € 210.400 i.v. · Codice destinatario: M5UXCR1

© 2024 Tutti i diritti riservati · Centro Studi Castelli Srl · Privacy · Cookie · Credits