Accertamento, riscossione e contenzioso
10 Maggio 2024
La manifesta illegittimità originaria dell’atto impugnato non consente la compensazione delle spese dovendo trovare applicazione il principio di soccombenza.
In un interessantissimo e recente intervento (Cass., sent. n. 5579/2024), la Suprema Corte di Cassazione ha chiarito quali sono i criteri validi per poter addivenire a una ipotesi di compensazione delle spese di lite.
Tutto trae origine da una richiesta depositata da parte dell’Agenzia delle Entrate, relativamente a una pronuncia della cessazione della materia del contendere, a seguito dell’annullamento dell’iscrizione a ruolo, sulla cui base era stato originariamente emesso un avviso di intimazione, essendo stata iscritta nuovamente a ruolo l’imposta originariamente contestata, rettificata nel quantum di competenza del contribuente inciso dal provvedimento.
L’Amministrazione Finanziaria, a seguito di un macroscopico errore di valutazione in merito al presupposto e al quantum dell’imposta richiesta, aveva provveduto all’annullamento in autotutela dell’atto impositivo impugnato, relativamente al quale era stato avviato un giudizio tributario a seguito del ricorso del contribuente.