Immobiliare

03 Febbraio 2025

“Cedolare secca” e società: sempre escluse?

Una società semplice dà in comodato d’uso un’abitazione di proprietà al socio che provvede a locarlo: cedolare secca sì o no? E se invece una persona fisica loca l’abitazione ad una società che la assegna al proprio rappresentante legale?

L’art. 3 D.Lgs. 23/2011 prevede la possibilità per il proprietario, ovvero il titolare di altro diritto reale di godimento, di un bene immobile locato ad uso abitativo di scegliere, in alternativa al regime ordinario per la tassazione del reddito fondiario ai fini Irpef, la “cedolare secca”. L’opzione, ai sensi del c. 6 dell’art. 3, non si applica alle locazioni di unità immobiliari ad uso abitativo effettuate nell’esercizio di attività di impresa, arti o professioni. In linea generale, pertanto, non possono usufruire dell’opzione le società di persone, le società di capitali, gli enti commerciali e non commerciali.

Ma cosa accade se una società semplice (s.s.) provvede a stipulare un contratto di comodato, regolarmente registrato, con il quale concede l’uso dell’unità immobiliare abitativa ad un socio il quale, a sua volta, provvede a locarlo ad una persona fisica con contratto di locazione breve? Sulla base di quanto poc’anzi detto, sembrerebbe precluso per la s.s. usufruire della “cedolare secca”. 

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