Diritto del lavoro e legislazione sociale
13 Luglio 2024
Mentre da un lato si invoca l’intervento ed il rafforzamento degli organi di vigilanza, dall’altro si fa finta di non vedere un sistema che si regge sullo sfruttamento di manodopera immigrata.
All’indomani dell’agghiacciante vicenda occorsa al povero bracciante indiano nelle campagne dell’Agro Pontino, il Governo ha prontamente annunciato una task force interministeriale per combattere il Caporalato in agricoltura, un incremento di uomini e verifiche ispettive nel settore per impedire alle organizzazioni criminali di stabilire le regole del mercato agricolo, nuovi concorsi all’Inps e Inail.
Dai proclami governativi sembrerebbe, dunque, che la piaga del Caporalato sia essenzialmente un problema di controlli insufficienti. È davvero così? A giudicare dall’annuale rapporto Inps, pubblicato nei giorni scorsi, parrebbe proprio di no. Nel corso del 2023, infatti, l’Istituto ha annullato 27.000 contratti irregolari e denunciato 425 lavoratori, a fronte di 669 ispezioni effettuate nel settore agricolo, su un totale di 9.202 controlli effettuati. Nell’attività di vigilanza documentale, invece, i controlli sono stati 162.793, con un incremento del 127% rispetto al 2022.
Ragguardevoli anche i numeri dichiarati lo scorso 27.06.2024 sul proprio sito dall’INL: nel 2023 ha proceduto a complessive 81.436 ispezioni e 11.222 verifiche ed accertamenti (molte di più in confronto al biennio precedente) con una percentuale di irregolarità riscontrata, pari a circa il 70%.