Immobiliare

17 Marzo 2023

Bilanci 2022 con il blocco dei crediti edilizi in vista

Nelle note integrative dei bilanci chiusi al 31.12.2022 le aziende del comparto edile dovranno dare precise e puntuali informazioni della gravità o meno della situazione anche nell’ottica dei possibili rischi in chiave continuità aziendale.

In una situazione nella quale sulla reale sorte di quei crediti incagliati nei cassetti fiscali delle imprese non sono state ancora trovate soluzioni legislative adeguate, la stagione dei bilanci 2022 potrebbe costituire l’anticamera per l’apertura di migliaia di procedure di crisi d’impresa.

Il blocco delle cessioni è, infatti, un fenomeno che si è verificato proprio nell’anno 2022. Sono della primavera scorsa i primi segnali di recesso dai contratti da parte delle banche che sono poi sfociate, di lì a poco, in un vero e proprio blocco totale, salvo rarissime eccezioni.

Questi crediti incagliati dovranno essere, dunque, trattati con estrema cura e dovizia di particolari nei bilanci: alla luce del documento OIC del 3.08.2021, siamo di fronte a crediti disciplinati nel paragrafo 86 del principio OIC 25 che prevede appunto che la valutazione dei crediti tributari (voce C II 5-bis “crediti tributari”) debba essere effettuata sulla base delle disposizioni in tema di valutazione dei crediti previste dal principio OIC 15.

Se il titolare di tali crediti è il fornitore che ha operato con lo sconto in fattura su interventi superbonus, l’OIC indica anche il giusto trattamento in bilancio della differenza positiva fra i lavori effettuati e il maggior credito ricevuto sul cassetto fiscale pari al 10% (provento finanziario).

I crediti posseduti alla data della chiusura del bilancio dovranno anche essere suddivisi fra la parte corrente, recuperabile entro i successivi 12 mesi, da quella con scadenza oltre tale periodo temporale.

Diverse anche le modalità di valutazione di tali crediti e dei relativi differenziali che le imprese dovranno adottare a seconda che adottino o meno il criterio del costo ammortizzato.

Ma la vera questione che si pone in vista della chiusura dei bilanci 2022 è soprattutto quella relativa all’entità che potrebbero assumere tali crediti rispetto agli altri valori aziendali. In alcuni casi, infatti, l’importo di tali crediti incagliati potrebbe essere pari a valori percentuali molto elevati rispetto ai principali dati di bilancio quali: ricavi complessivi, totale dei crediti e dell’attivo. Si tratta di situazioni nelle quali gli amministratori dovranno dare conto ai loro stakeholder degli effetti che il blocco nello smobilizzo di tali crediti può avere, o potrebbe aver già avuto, sull’intera gestione finanziaria aziendale e sulla stessa prospettiva di continuità.

Le note integrative e le relazioni sulla gestione saranno le sedi più appropriate per fornire tali indicazioni.

Nelle realtà più strutturate, tali indicazioni e valutazioni degli amministratori dovranno anche essere sottoposte al giudizio dei revisori e del collegio sindacale in ordine alle conseguenze del blocco di tali partite e del conseguente rischio.

Una possibile contemperazione degli effetti del blocco delle cessioni dei crediti su bilanci aziendali potrebbe essere costituita da possibili apporti di liquidità da parte dei soci o dal ricorso al finanziamento bancario. Tra questi ultimi anche l’avvio delle procedure per il ricorso ai nuovi finanziamenti bancari assistiti dalla SACE a favore delle imprese edili, valorizzando i crediti fiscali maturati prima del 25.11.2022, potrebbero costituire informazioni rilevanti da evidenziare nei bilanci 2022 anche se relative al periodo immediatamente successivo alla chiusura dello stesso.

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