Agricoltura ed economia verde

06 Giugno 2024

Aree idonee fonti rinnovabili: Regioni con ruolo nevralgico

Sulla rampa di lancio il testo finale del decreto “Aree idonee” dopo il lungo lavoro di concertazione tra Ministero dell’Ambiente, Ministero della Cultura e Ministero dell’Agricoltura e di interlocuzione con le Regioni.

Il provvedimento sulle aree idonee individua la ripartizione fra le Regioni e le Province autonome dell’obiettivo nazionale di una potenza aggiuntiva pari a 80 GW da fonti rinnovabili al 2030 rispetto al 31.12.2020, necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano energia e clima (PNIEC) e rispondere ai nuovi obiettivi derivanti dall’attuazione del pacchetto “Fit for 55”, anche alla luce del pacchetto “Repower UE”.

La norma introduce principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle Regioni e delle Province autonome delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili funzionali al raggiungimento degli obiettivi Ue in linea con il principio della neutralità tecnologica.

Ruolo delle Regioni – Per raggiungere gli obiettivi Ue le Regioni individuano con propria legge, “entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto in commento”, le aree idonee a installare rinnovabili.

Monitoraggio – Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica provvede, con il supporto del Gestore dei servizi energetici (Gse) e della Ricerca sul sistema energetico (Rse), al monitoraggio e alla verifica degli adempimenti in carico alle Regioni e Province autonome. In particolare, decorsi 90 giorni “verifica l’adozione delle leggi ivi previste e dei provvedimenti” ed “entro il 31.07 di ciascun anno a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto in commento, provvede alla verifica della potenza da fonti rinnovabili installata per ciascuna Regione e Provincia nell’anno precedente”.

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