Finanza e banche
02 Novembre 2023
Gli effetti sulla finanza aziendale della politica europea e le possibili soluzioni del Temporary manager finanziario.
Correva l’ottobre 2014 quando per la prima volta l’Euribor è diventato negativo, aprendo di fatto uno scenario mai visto prima, non solo per le famiglie con finanziamenti e mutui a tassi variabili, ma anche per le aziende, poiché i tassi d’interesse applicati agli affidamenti a revoca, siano essi di cassa o di smobilizzo, sono indicizzati a questo parametro, con la conseguenza che gli imprenditori si sono trovati a dover remunerare solo lo spread applicato. Spread che gli istituti di credito si sono affrettati ad aumentare, erodendo in parte il beneficio che le aziende avrebbero avuto a vantaggio del proprio conto economico.
Nessuno degli attori dell’economia era preparato a muoversi in questo scenario e tantomeno si poteva prevederne la durata, limitandosi a utilizzare la celebre frase “Whatever it takes” riferita al Quantitative Easing anche per l’Euribor negativo. All’inizio alcuni analisti si sono lanciati in previsioni che regolarmente sono state smentite, pian piano ci siamo assuefatti a questa situazione e i tassi negativi sono diventati la normalità.
Una normalità durata 8 anni, che ha creato la grande illusione del tasso fisso. Proprio così: dopo l’ennesima rata di finanziamento dello stesso importo ci si è dimenticati che si stava pagando solo lo spread e si è confuso l’effetto dell’Euribor negativo con il tasso fisso. Stessa cosa per gli affidamenti a revoca: lo spread è stato confuso con un tasso finito.
Il brusco e amaro risveglio dovuto alla politica delle BCE è stato traumatico a livello finanziario per molte imprese e famiglie che, già provate dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, si sono trovate a fare i conti con un costo del denaro aumentato di 4 punti percentuali in soli 9 mesi: benzina sul fuoco per chi era già in affanno di liquidità.
Il Governo è intervenuto con la legge di Bilancio 2023, dando il diritto, a determinate condizioni e per i soli contribuenti privati persone fisiche, di ottenere dal finanziatore la rinegoziazione del mutuo ipotecario passando dal tasso variabile al tasso fisso, ma tale possibilità non è stata data anche per i finanziamenti stipulati dalle imprese. Le aziende si sono così trovate in un mare in tempesta e con i salvagenti (gli affidamenti e i finanziamenti) che si sono improvvisamente trasformati in zavorra pronta a trascinarle a fondo.
Le più colpite sono state senza dubbio le PMI sprovviste, per dimensione, del CFO e tradite dalle loro stesse banche, pronte fino a pochi mesi prima a inondarle di liquidità a tassi (dal punto di vista della banca) convenientissimi, dimenticandosi però di specificare che stavano menzionando lo spread e non un tasso fisso e ora inflessibili alle richieste di rinegoziazione a tasso fisso dei finanziamenti o di una riduzione degli spread sui castelletti degli affidamenti. Colpito nel suo lato più debole: quello finanziario, quello “non-core” ma determinante per la sopravvivenza dell’impresa stessa, l’imprenditore è indifeso alla mercé degli istituti di credito.
In questo scenario una figura professionale poco conosciuta, ma strategica per la PMI, è quella del Temporary manager finanziario: un CFO a tempo. Si tratta di professionisti solitamente usciti dal mondo bancario, dove hanno ricoperto il ruolo di gestori Corporate, o di manager che hanno rivestito il ruolo di CFO in grandi aziende, quindi con una conoscenza della finanza aziendale e delle dinamiche che regolano l’accesso al credito. Un collaboratore prezioso per l’imprenditore, in grado di gestire le relazioni con il sistema finanziario per un miglior accesso al credito e un’ottimizzazione delle condizioni bancarie
In un momento storico come l’attuale, segnato da grande incertezza geopolitica e dalla politica monetaria della BCE che sembra navigare a vista senza una rotta definita, potersi avvalere di un esperto della finanza aziendale può essere determinante per garantire all’imprenditore la serenità e la liquidità necessarie per continuare a sviluppare la propria azienda.
Elisa Lugli