Accertamento, riscossione e contenzioso
20 Dicembre 2024
Sono numerosi i falsi positivi presenti nelle oltre 700 mila lettere recentemente inviate dal Fisco.
In molti casi le PEC dell’Agenzia delle Entrate hanno raggiunto imprenditori e liberi professionisti precisandogli, erroneamente, di aver dichiarato per l’anno 2023 un reddito d’impresa o di lavoro autonomo inferiore a quello dei dipendenti operanti nello stesso settore economico. Molto probabilmente tali errori sono il frutto di una costruzione frettolosa degli indicatori di rischio e dell’utilizzo incontrollato di tecniche di intelligenza artificiale da parte dell’Amministrazione Finanziaria, che hanno effettuato una prima selezione sommaria dei contribuenti evidentemente non conformi ai profili di rischio individuati.
Ecco alcuni esempi di falsi positivi – Uno dei target delle 700 mila lettere è rappresentato dai liberi professionisti con partita Iva individuale (quadro RE del modello Redditi) che detengono anche una quota di partecipazione in studi associati o associazioni professionali (quadro RH del medesimo modello). Quando il reddito derivante dall’attività individuale è risultato modesto, l’algoritmo non ha fatto eccezioni, generando una PEC di segnalazione. La stessa Amministrazione Finanziaria ha fatto ammenda precisando che in effetti, in queste specifiche situazioni, l’algoritmo non ha letto l’intero modello Redditi limitandosi all’analisi dei quadri relativi all’attività con partita Iva.
In altri casi le segnalazioni hanno raggiunto società immobiliari che nel corso del 2023 avevano una situazione di difficoltà oggettiva a causa della mancata locazione di immobili oppure delle società in liquidazione già in fase avanzata di cancellazione dal Registro delle Imprese.
Questi episodi testimoniano, per l’ennesima volta, l’urgenza di un approccio più ponderato nell’uso delle tecniche di intelligenza artificiale in ambito fiscale. Gli errori dimostrano che l’intelligenza artificiale, pur essendo uno strumento di assoluta utilità, richiede un’attenta supervisione dell’essere umano per ridurre al minimo le distorsioni e gli errori in un sistema complesso come quello fiscale italiano.
I processi di analisi del rischio, recentemente codificati nell’art. 2 del D.Lgs. 13/2024, necessitano infatti dell’intervento umano in ogni singola fase per limitare le storture che inevitabilmente emergono lasciando agli algoritmi un ruolo esclusivo.
L’ultima operazione massiva di compliance fiscale, dunque, ha mostrato significativi limiti. Etichettare come evasori soggetti che non lo sono non solo causa un grave danno d’immagine, ma mina anche la credibilità dell’Amministrazione Finanziaria.
Dal punto di vista pratico, i contribuenti colpiti da queste comunicazioni errate non dovranno fare nulla. Lo ha precisato anche la stessa Agenzia delle Entrate in una Faq di pochi giorni fa.
Tuttavia, potrebbe essere utile, come già fatto da alcuni, inviare una comunicazione di replica per segnalare l’errore nella lettera ricevuta e chiarire la propria reale situazione reddituale.
L’auspicio è che questa nuova tornata di falsi positivi stimoli una riflessione più approfondita tra i responsabili delle attività di compliance fiscale. Uno degli obiettivi fissati dal PNRR per l’Amministrazione Finanziaria è infatti la riduzione dei falsi positivi del 5% annuo: un traguardo che richiede interventi concreti e miglioramenti significativi nei processi di analisi e che per adesso sembra lontano dall’essere raggiunto.