Paghe e contributi
30 Dicembre 2023
Non si arresta l’attenzione del legislatore sulle pensioni; infatti, si prevedono regole sempre più rigide per l’accesso alle prestazioni pensionistiche, con non poche preoccupazioni che interesseranno tutti quanti.
Abbiamo assistito in questi ultimi anni a vari tentativi di tamponamenti per “eludere” la riforma Fornero; ci riferiamo in particolare alle c.d. quote, prima 100, poi 102 e da ultimo 103. Proprio quest’ultima, definita pensione anticipata flessibile, ha avuto restrizioni nel 2023 con un limite per l’importo che non deve superare 5 volte il trattamento minimo; nel 2024 si prevede di confermarla ma con ulteriori restrizioni non indifferenti.
A tal proposito, con il disegno di legge di Bilancio per il 2024, si prevede che la pensione, quota 103, sarà determinata secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal D.Lgs. 180/1997 e potrà essere erogata entro il tetto di un importo lordo mensile non superiore a quattro volte il trattamento minimo, anziché di 5 volte il trattamento minimo stabilito per chi matura i requisiti nel 2023, previsto a legislazione vigente per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto ai requisiti ordinari previsti per la pensione di vecchiaia. In tali casi, per gli iscritti del comparto privato e autonomo, si conferma il differimento di 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per il godimento della pensione, se maturati nell’anno 2023, e viene elevato a 7 mesi, se maturati nell’anno 2024; per i dipendenti pubblici si passa da 6 a 9 mesi dalla data di maturazione dei requisiti il termine per il decorso del trattamento pensionistico, se maturati nel 2024.
Ma il nuovo disegno della legge di Bilancio prevede anche limitazioni alla pensione anticipata contributiva, 64 anni di età e 20 anni di contributi, con l’innalzamento del requisito di importo soglia mensile da 2,8 volte a 3,0 volte l’Assegno sociale; essa sarà riconosciuta per un valore lordo mensile massimo non superiore a 5 volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto al momento in cui tale diritto maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico di vecchiaia.
È prevista anche una finestra pensionistica, per cui il trattamento di pensione anticipata contributiva decorre trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei complessivi requisiti previsti, e si estende l’adeguamento degli incrementi della speranza di vita al requisito contributivo di 20 anni di contribuzione.
Inoltre, si prevede che, ai fini della pensione anticipata, non trovino applicazione gli adeguamenti alla speranza di vita di cui all’art. 12 D.L. 78/2010 dal 1.01.2019 e fino al 31.12.2024, invece che, come era stato stabilito fino al 31.12.2026.
Dal 1.01.2024, per i lavoratori che sono nel sistema contributivo, viene previsto l’abbassamento del requisito dell’importo soglia di 1,5 volte l’assegno sociale per ricondurlo a 1 volta dell’importo del medesimo assegno, per l’accesso alla pensione di vecchiaia contributiva con almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi.
Si proroga l’Ape sociale fino al 31.12.2024, innalzando però la soglia di età al compimento dei 63 anni e 5 mesi, con 30/36 anni di anzianità contributiva.
Si ripropone, con modifiche, il trattamento pensionistico anticipato c.d. “Opzione donna”, con maturazione dei requisiti entro il 31.12.2023, ovvero del trattamento anticipato che prevede l’opzione al sistema di calcolo contributivo e che potrà essere riconosciuto alle donne con un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica pari o superiore a 59 anni (per le lavoratrici con almeno 2 figli), a 60 anni (per le lavoratrici con un figlio), o a 61 anni (per le lavoratrici senza figli) che si trovino nelle condizioni normativamente previste (disoccupate, invalide, caregiver); restano confermate le finestre mobili di 12 mesi per le lavoratici dipendenti e di 18 mesi per le lavoratrici autonome.
Ora, sarebbe necessario mettere un punto definitivo sulla materia; il Governo precedente a quello in carica aveva iniziato i colloqui con i sindacati per progettare una riforma che potesse essere equa e razionale, ma poi con la caduta del Governo è saltato anche tale progetto. Si sono avuti dei, timidi, incontri anche con il nuovo Governo, ma ancora siamo lontani dalla realizzazione di qualcosa effettiva.
Concludendo, non sta a chi scrive avventurarsi in giudizi su una futura riforma, sempre se sarà fatta, ma si auspica una volta per tutte di mettere punti fermi che possano permettere ai lavoratori di pianificare il futuro pensionistico in maniera chiara e senza cambiamenti continui, che creano solo confusione.